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Stagione concertistica

Al Ponchielli applausi a Louis Lortie

Il pianista canadese ha espresso un virtuosismo non ostentato

Gigi Romani

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14 Febbraio 2013 - 14:02

Al Ponchielli applausi a Louis Lortie

Louis Lortie durante l'esibizione al Ponchielli (foto Zovadelli)

di Roberto Codazzi
CREMONA — Inevitabile che in Italia il bicentenario wagneriano sia offuscato da quello verdiano, essendo il nazionalpopolare Peppino delle Roncole coetaneo dell’autore della Tetralogia. Tuttavia non mancano le occasioni in cui l’omaggio privilegi Wagner, come nel caso del recital pianistico di ieri sera al Ponchielli. E se nel film Misterioso omicidio a Manhattan Woody Allen ironizza sul fatto di non riuscire ad ascoltare la musica del compositore di Bayreuth («mi provoca un irrefrenabile impulso ad occupare la Polonia... »), il pubblico cremonese l’ha viceversa ascoltata volentieri e ne ha tratto un irrefrenabile impulso ad applaudire Louis Lortie, il pianista canadese protagonista della serata. Questo è però ciò che è avvenuto nella seconda parte del concerto, mentre nella prima— a proposito di Polonia— si è ascoltata tanta bella musica chopiniana, non meno gradita. In apertura Trois nouvelles études, i meravigliosi studi che il Grande Polacco compose nel 1839—ben dopo i famosi cicli dell’opera 10 e dell’opera 25 — per il Methode des Methodes di Moscheles & Fétis. Nell’interpretazione di questi tre gioielli Lortie è stato capace di far ‘scomparire’ le difficoltà tecniche, che pure non sono da sottovalutare —specie nelle sfasature ritmiche tra mano destra e sinistra —e ha fatto emergere la musica nel senso più nobile della parola. Poi un’abbinata sorprendente tra due Notturni e due Ballate, accomunati per tonalità. Ese per Bach il re minore ha avuto un significato simbolico e filosofico, oltre che musicale, per Mozart il sol minore, e per Beethoven il do minore, ieri abbiamo scoperto che il fa (maggiore e minore) è la tonalità di Chopin. Il pianista l’ha declinato in tutte le sfumature tra il Notturno op. 15 n. 1, la Ballata n. 2 op. 38, il Notturno op. 55 n. 1, la Ballata n. 4 op. 52.Èstato un canto unico, una vocazione alla melodia, una ricerca del lirismo anche nella gamma del piano e del pianissimo. Un pianismo raffinatissimo e ricercatissimo, quello espresso dal maestro di Montreal, nessuna nota fuori posto, nessuna ostentazione alla ricerca di romanticismi demodé, tanto da apparire per qualcuno un po’ freddo. Ed è forse per questo che l’applauso alla fine della prima parte non è stato particolarmente caloroso, anche perché il pubblico in effetti non era numeroso. Diverso l’esito alla fine della seconda parte, iniziata con la trascrizione dello stesso Lortie del Preludio da Tristano e Isotta di Wagner, tutto un ribollire di passioni, di cromatismi che vanno ai limiti del sistema tonale. Poi altre parafrasi, di Liszt e Wolf, su pagine wagneriane tratte sempre da Tristano e Isotta e da Valchiria. Alla fine un po’ di divertimento allo stato puro, ovvero di virtuosismo pianistico tout court, con le Reminiscenze lisztiane dal Don Giovanni di Mozart, tra micidiali scale cromatiche, salti a tutta tastiera, vorticosi accordi di polso. Urla di «bravo!» da parte del pubblico — finalmente — e due fuori programma: ancora una fantasia su Wagner e l’incantevole Notturno in re bemolle di Chopin. Con l’ultima uscita in proscenio, Lortie ha mostrato al pubblico il nome del pianoforte Fazioli apposto sul fianco dello strumento, esaltando il ruolo di un gioiello dell’artigianato italiano ormai presenza fissa a Cremona- Fiere in occasione di Cremona- Pianoforte.
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