L'ANALISI
30 Ottobre 2015 - 10:17
Il violista Simone Gramaglia al MdV
CREMONA — In città è conosciuto soprattutto (o esclusivamente) come il violista del Quartetto di Cremona, ma Simone Gramaglia vanta anche una brillante carriera solistica e — negli sprazzi di tempo che l’attività del gruppo gli concede — porta avanti collaborazioni con altri artisti del calibro di Lilya Zilberstein, Cho Liang Lin, Hatto Beyerle, Angela Hewitt. Suona inoltre regolarmente in duo con Roberto Plano al pianoforte e con Luigi Attademo alla chitarra. Giovedì 29 ottobre a mezzogiorno all’auditorium Arvedi del Museo del Violino si è concesso un momento solistico tout court, suonando la preziosa viola Antonio Stradivari 1715 della collezione della Federazione Russa, strumento temporaneamente in mostra al MdV nell’ambito del consorzio ‘friends of Stradivari’. Qualche mese fa, non appena arrivata sotto il Torrazzo, la viola fu suonata in concerto da Bruno Giuranna, che di Gramaglia è stato il maestro all’accademia Stauffer. Una sorta di passaggio di testimone, dunque, visto che a sua volta l’allievo — in tal caso con il Quartetto di Cremona — è diventato docente presso la stessa scuola di alto perfezionamento. In apertura le note di Johann Sebastian Bach, quelle ‘alte’ e sublimi che meglio di tutte mettono a nudo la realtà sonora di uno strumento di liuteria classica. Preludio, Allemanda, Sarabanda, Giga: questi i movimenti della Suite n. 1 per violoncello solo (in trascrizione per viola) eseguiti dal maestro genovese, il quale ha proseguito sull’onda bachiana per interpretare Allemanda, Sarabanda e Giga dalla Partita n. 2 per violino solo. Il programma ha poi fatto idealmente un balzo in avanti di due secoli con la macchina del tempo per arrivare a un compositore tedesco del Novecento che si è molto ispirato al genio di Lipsia, pur esprimendosi con un linguaggio totalmente diverso, Paul Hindemith. La sua Suite n. 1 per viola sola, di cui Gramaglia ha fatto ascoltare Largo e Prestissimo, hanno comunque un rigore che si può a buon titolo definire bachiano. In chiusura Esercizio ed arpeggio per viola sola di Alessandro Rolla, pezzo virtuosistico che ha consentito all’esecutore di prendere la meritata dose di applausi, per poi concedere un bis.
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