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STRADIVARIFESTIVAL
Richard Hyung-ki Joo e Aleksej Igudesman
CREMONA — Le luci si abbassano, pianoforte e violino dialogano sommessi. Ma subito irrompe la più classica delle suonerie da cellulare. Uno spettatore si alza e corre verso l’uscita. Igudesman e Joo fingono disappunto, poi con gli strumenti riprendono il celebre ‘nokia tune’ (che altro non è che un frammento del Grand Vals del chitarrista Francisco Tárrega) e il grande gioco ha inizio. Cabaret e splendida musica giovedì 1 ottobre all’auditorium del Museo del Violino per A Little Nightmare Music, lo spettacolo firmato da Aleksey Igudesman e Richard Hyung-ki Joo. Uno show sicuramente inedito per la sala, spassosissimo per un pubblico eterogeneo e che ha accompagnato con sonore risate (e fragorosi applausi) l’intera esibizione. Qui in duo, ma abituati talvolta a collaborare con grandi orchestre, i due musicisti hanno dato il meglio di loro attraversando la storia della musica classica col sorriso sulle labbra. Come suonerebbe la Marcia Turca di Mozart eccezionalmente riletta in La maggiore per un pubblico effervescente come quello cremonese? E come potrebbe finire una sfida fra le melodie del grande compositore di Salisburgo e il tema di James Bond? Dopo aver ottenuto il verdetto a suon di applausi per l’uno e per l’altro, Igudesman e Joo hanno risolto il dilemma suonano un disorientante mash-up dei due, a scoprire impensabili giunture melodiche. Senza la minima preoccupazione di profanare capolavori di ogni tempo, Joo è passato con nonchalanche alla Gymnopeéie di Erik Satie, simulando prima di addormentarsi sotto il pianoforte, poi di risvegliarsi. Ma le sorprese non erano nemmeno alla metà, a quel punto: il pubblico dell’auditorium avrebbe assistito infatti a una (letteralmente) lacrimevole versione di All by myself di Eric Carmen, divenuta la canzone più triste e più divertente del mondo al tempo stesso, e ancora, avrebbe ascoltato il suono di violini che muggiscono su brani che parlano di vacche. Insomma, tutto tranne che una serata convenzionale in questo appuntamento dello StradivariFestival. Difficile parlare dello spettacolo di ieri come di un concerto vero e proprio, difficile parlarne solo come un folle cabaret sonoro appoggiato a colonne dai nomi importanti: Vivaldi, Bach, Beethoven, Strauss. Ma non si pensi nemmeno a uno show di serie B. Igudesman e Joo sono due magnifici mattatori del palco e ottimi musicisti, capaci di stampare un sorriso e strappare risate per due ore filate di esibizione. Insomma, la dimostrazione definitiva — se mai ce ne fosse stato bisogno — che il verbo inglese ‘play’ non a caso significa ‘suonare’ e ‘giocare’ allo stesso tempo.
foto: Muchetti
02 Ottobre 2015
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