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Musica nei locali di Cremona: si ma con rispetto della vita altrui

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18 Agosto 2014 - 09:33

Musica nei locali di Cremona: si ma con rispetto della vita altrui

Panorama del centro storico di Cremona: in primo piano il minareto nei pressi di via San Giuseppe

A seguito della lettera dei titolari del bar ‘La Corte dei miracoli’ pubblicata dal suo giornale lo scorso 10 agosto, al fine di fornire un quadro più completo della situazione desidero aggiungere quanto segue. I titolari del locale in oggetto, dall’in i z i o della propria attività in questa zona del centro storico circa una decina di anni or sono, abitualmente propongono ‘se ra te mu si ca li’ che vedono la partecipazione (attiva) dei clienti abituali e (passiva) dei residenti. Nel corso degli anni sono state fatte diverse segnalazioni alla polizia locale per il volume della musica (sempre notevole) che non diminuisce dopo le 23, come prescrive il Regolamento di zonizzazione acustica, e per ilmancatorispetto degli orari. Forse anche grazie a queste segnalazioni per la prima volta da quando è presente questa attività tra le più longeve della zona, venerdì 8 agosto la musica è effettivamente cessata alle 24. Evidentemente, contrariamente a quanto suggerisce la lettera, le ripetute segnalazioni non erano del tutto prive di fondamento. Le autorizzazioni per manifestazioni temporanee non sostituiscono le regole per l’attività ordinaria. Se la musica dal vivo deve cessare alle 24 non vuol dire che, appena passata la pattuglia della polizia locale per le opportune verifiche, sia consentita musica riprodotta a volume elevato fino alla 1 di notte. - L’Ufficio ecologia, da me interpellato, riferisce che Arpa richiede, a fronte del rilascio della valutazione di impatto acustico, la presenza di un limitatore collegato all’impianto del locale (dispositivo simile a quello che impedisce ai camion di superare determinati limiti di velocità) che non permette di superare i limiti di dB consentiti. Forse sarebbe utile che tali dispositivi venissero controllati di quando in quando dal momento che, come ogni dispositivo, col tempo possono stararsi. Non mi spiego altrimenti il fatto che dentro casa, ad una trentina di metri dalla fonte sonora, con porte e finestre chiuse, si sia costretti ad alzare il volume di radio o tve che si sentano le vibrazioni attraverso il pavimento. Il diritto di esercitare la propria attività di impresa finisce esattamente dove comincia il diritto delle persone di vivere bene in casa propria. Il modo in cui l’attività in oggetto viene gestita lede questo fondamentale diritto. Fino a che la situazione resterà invariata continuerò a segnalare gli episodi causa di disagio attraverso tutte le forme consentite dalla vigente normativa. Il livello dei decibel e il fatturato d’impre - sa sono fattori indipendenti uno dall’a ltro, per tanto la diminuzione dell’uno non trascina al ribasso l’altro ma, al contrario, favorisce quella convivenza civile che è merce sempre più rara. Annamaria Menta (Cremona)
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