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Parco Sartori, è sempre emergenza. Gli incivili devono essere cacciati

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

31 Agosto 2014 - 11:09

Parco Sartori

Egregio direttore,

in un articolo apparso durante questa tiepida estate, fra le cose positive attribuite all’attività del Comitato di quartiere vi era anche quella di essere riusciti a stabilizzare la situazione nel parco Sartori. Ora invece si torna a parlare di emergenza e di degrado che da troppo tempo assillano quell’angolo di quartiere. Chi frequenta l’IN’S non può non notare la grande quantità di birra che riempie i carrelli dei tanti stranieri residenti in zona. Alcuni di loro poi, sono gli stessi che passeranno la loro giornata comodamente seduti sulle panchine del parco fra una bevuta ed una chiacchiera. Le lattine o le bottigliette di birra ma a volte anche alcuni bottiglioni di vino, invece di finire nei contenitori dei rifiuti verranno lasciati ad ‘abbellire’ il prato, le panchine ed il campo da basket. Da cittadina che ha sempre pagato le tasse vorrei tanto sapere di cosa vive questa gente, perché non fanno altro che bighellonare tutto il giorno. Vengono mantenuti dalle loro mogli che lavorano come badanti nelle case dei nostri vecchietti? Contente loro, io li avrei già sbattuti fuori di casa. Vivono di espedienti? Sappiamo che razzie nelle abitazioni o furti di rame sono all’ordine del giorno e allora occorre che le forze dell’ordine eseguano dei seri controlli. Campano dei buoni spesa e dei sussidi elargiti dal Comune ai più bisognosi? Di questo occorrerà discutere perché ritengo sia una cosa non più tollerabile. Comunque non è solo la zona adiacente il parco ad essere lasciata alla mercé degli incivili ma ogni angolo del quartiere. Per le strade, sulle panchine, sui muretti delle abitazioni viene lasciato di tutto; pensi che recentemente c’è stato chi ha infilato un bicchierino vuoto del gelato in un cespuglio di gelsomino. Un vero e proprio insulto nei riguardi di chi cerca di rendere bello ed accogliente il luogo in cui vive. Non sarò ritenuta politicamente corretta ma credo che o queste persone fanno uno sforzo per cercare di integrarsi o è meglio che facciano ritorno nei loro paesi dove, ne sono certa, i loro governi non saranno così tolleranti davanti ad un tale modo di vivere. (...)

Rosa Maria Marchesi

(Cremona)

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