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Pellegrinaggi a Lourdes boicottati dalle Ferrovie italiane e francesi

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

21 Agosto 2014 - 10:48

Pellegrinaggi a Lourdes boicottati dalle Ferrovie italiane e francesi

tramite il giornale vorrei inviare questa mia Lettera aperta al signor ministro dei Trasporti Maurizio Lupi.

«Egregio signor Ministro, sono il parroco, attualmente, di Agnadello, una comunità di 3.800 abitanti in provincia di Cremona, famosa (per chi si interessa di storia) per una importante battaglia cinquecentesca tra la Lega di Cambrai e i Veneziani, vinta dai Francesi e che ha cambiato molte cose per la nostra Amata Italia. Ma non è di questo che voglio parlarle. Dal 2000 mi reco ogni anno (ed ho intenzione di farlo ancora per molto tempo, a Dio piacendo) al santuario mariano di Lourdes con il treno dei malati organizzato dall’Unitalsi lombarda. Quindici anni di esperienza mi fanno parlare con sufficiente competenza di quanto accade durante l’evento. Sono pellegrinaggi entusiasmanti, vere ricariche di speranza per i pellegrini, malati e no, che per quattro giorni toccano con mano la potenza della grazia divina operante in questo luogo (come in tanti altri) scelto da Maria per consolare i suoi figli. Per molti è veramente una indispensabile iniezione di amore che ricarica per tutto l’anno. Andrebbe tutto bene se ogni anno le ferrovie italiane e francesi non facessero d tutto per avvelenare l’esperienza con ogni genere di disagi che, a questo punto, ho ragione di credere siano voluti per scoraggiare i più ad affrontare questo genere di viaggio. In ambito unitalsiano si mormora da tempo che questi pellegrinaggi diano fastidio alle nostre ferrovie e, ancor più, al laicista governo francese che sembra ultimante deciso addirittura a proibirli.

Carrozze obsolete e, se nuove, con gravi difetti. Orari impossibili, ritardi insensati (quest’anno due ore alla partenza da Milano e, nel ritorno incredibilmente puntuale, un’ora e mezza fermi in stazione a San Cristoforo, con la proibizione assoluta di scendere fino al posizionamento voluto del treno, risolto alla fine in pochissimi minuti….) Lo scorso anno, per motivi ancora sconosciuti, quattro ore di ritardo a Cremona, con malati (anche gravi) e anziani in stazione, dalle 12 alle 16, nel caldo inumano di quei giorni).

Davanti a queste cose (ne ho citate solo alcune) le pongo queste domande:

Le ferrovie (italiane e francesi) hanno deciso di abolire tutti i treni charter ( che dovrebbero incrementare i loro guadagni) o se la prendono solo con i ‘treni bianchi’? Nel caso abbiano difficoltà in conseguenza dell’uso che i facinorosi tifosi ne fanno, durante le trasferte per il calcio, ricordo che i nostri treni vengono restituiti sicuramente meglio di come ci vengono consegnati per il pellegrinaggio.

In un’Italia e in una Europa dove dovrebbe regnare la libertà, sembra che questa valga solo per chi vuole trasgredire in ogni modo e per chi vuole fare violenze di ogni genere (penso alla volgarità stomachevole dei gay pride o alle violenze insensate dei no tav), chi vuole vivere esperienze di servizio nella logica dell’amore cristiano sembra invece dare fastidio e, quindi, vada scoraggiato e boicottato con ogni mezzo.

Questa mia lettera vuole essere un grido forte per rivendicare il mio sacrosanto diritto di andare a Lourdes come voglio e con il mezzo che voglio!

Alle ferrovie (e ai governi da cui dipendono) non deve interessare cosa io faccio del treno che noleggio, dal momento che lo restituisco meglio di come lo ricevo, pagandolo, per di più, profumatamente e fino all’ultimo spicciolo.

Rivendico il rispetto per la sofferenza almeno alla pari con il rispetto che altri pretendono per il buon viaggiare degli animali di qualsiasi genere (che peraltro non intendo certo discutere, ma che talvolta è superiore allo standard a noi riservato). E infine: con quale diritto la Francia vorrebbe proibire i nostri treni? Forse per rispettare i canoni di Liberté Fraternité, Egalitè tanto sbandierati quanto dimenticati e traditi così spesso?

Mi auguro che questa mia ‘faccia un po’ di fracasso’ e porti a tempi migliori.

don Mario Martinengo

(parroco di Agnadello)

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