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Immigrati. Accoglierli
non è un obbligo morale

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

12 Maggio 2014 - 10:01

Immigrati. Accoglierli
non è un obbligo morale
Adesso, stando agli articoli del sette maggio, pagina 17, in merito agli immigrati ospitati a Cremona, l’accoglienza indiscriminata non è solo un’imposizione politica, ma anche un obbligo morale. Basta citare alla lettera il Vangelo: «Ero straniero e m’avete accolto» come fa Don Pezzetti, suscitando l’impressione di voler tacitare l’uso della ragione, su un problema che peraltro lo stesso sacerdote definisce «complesso», e che pertanto non dovrebbe essere sottoposto a dei diktat evangelici. Anzi, spiegato e confrontato, visto che non è certo innocuo per la popolazione locale, in quanto ad impatto sociale, economico. Ma forse a Don Pezzetti questo non interessa, vista la sua irritazione. Non certo innocuo ho scritto; infatti giorno dopo giorno si delinea sempre più l’onere che gli italiani devono sostenere per gestire il fenomeno immigrazione (...). Sentendo quindi le opinioni della gente, c’è un diffuso e trasversale malumore verso questo stato di cose, in particolare in chi grazie alla crisi è costretto a fare i salti mortali per potare a casa uno stipendio decoroso, per campare con pensioni da fame, o perde il lavoro per i taglia alla spesa pubblica di cui la voce «mantenimento» dell’immigrazione, sta diventando una delle fondamentali, e per sostenere la quale è plausibile pensare siano usate proprio le risorse tagliate al lavoro delle famiglie italiane. Considerato poi che questi ospiti sempre meno graditi, sembrano tutt’altro che nullatenenti, se è vero che sborsano fior di quattrini agli scafisti, o morto di fame, visto che spesso sfoggiano muscoli molto vigorosi. (...) Allora, egregio Don Pezzetti, se è vero quanto dice citando ancora la Bibbia, che «nei tempi cattivi» come sembra questo, emergono «egoismo e malvagità», l’affermazione andrebbe quantomeno integrata e specificata. A mio parere, la malvagità non appartiene a chi, dopo aver perso il lavoro, solleva legittime perplessità, (...) ma innanzitutto a chi specula sul traffico di esseri umani, sfruttando una clamorosa ingenuità o debolezza istituzionale del paese ospitante. (...)
Stefano Araldi
(Cremona)
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