Stavolta le Poste Italiane di Cremona hanno davvero battuto ogni record in fatto di inefficienza. Io abito al Villaggio Po e devo dire che in queste ultime settimane il postino è davvero passato poche volte per recapitare lettere e giornali. Mercoledì 23 dicembre, giornata lavorativa: cassetta delle lettere vuota, del nostro quotidiano nemmeno l’o mbra. Il giorno dopo, vigilia di Natale, giornata semilavorativa, nessun passaggio. Niente giornale. Natale e Santo Stefano ovviamente tutti a casa a santificare le feste. Lunedì 28 dicembre e martedì 29, giornate lavorative, il postino arriva entrambi i giorni attorno alle 15,30 e porta il pacco dei giornali (ormai inutili) dei giorni prima. Già acquistati in edicola, nonostante l’abbonamento. Mercoledì 30 non si vede nessuno e il giorno dell’ultimo dell’anno anche. Il 2 gennaio i giornali escono e il postino non suona due volte ma accartoccia il quotidiano nella cassetta delle lettere. Strappato, quasi inguardabile. Per fortuna lo avevo acquistato in un orario decente (non nel pomeriggio) in edicola. Il 3 gennaio, venerdì, non si vede anima viva. Il postino non c’è, il giornale nemmeno. Sabato invece, grazie alla Tnt e non alle Poste di Cremona, il giornale è arrivato puntuale in tarda mattinata. L’indignazione ora ha superato ogni limite. Non vi rendete conto che in questo modo molti abbonati potrebbero stancarsi e scegliere di acquistarlo in edicola? Chi paga ha il diritto di ricevere il prodotto per cui ha speso soldi. Ricevere il nostro quotidiano nel tardo pomeriggio o non riceverlo affatto conferma, come scriveva Bettenzoli di Crema, che la privatizzazione è stata un fallimento. E poi i signori delle Poste hanno il coraggio di aumentare le tariffe. Sapete che per spedire una lettera in Italia dal primo gennaio ci vogliono 95 centesimi, venti in più di qualche giorno prima? Calcolate quale percentuale di aumento c’è stata... Sì, ma oggi ci sono sistemi più veloci, in un attimo con un sms o una e-mail si raggiunge la persona che si vuole contattare. E allora cosa ci stanno a fare le Poste? Solo per vendere gadget o fare abbonamenti a poste pay? Insomma, non se ne può più. E sotto accusa non ci sono i poveri lavoratori, che fanno il loro dovere, ma chi prende le decisioni, chi si è assunto responsabilità pur sapendo di non riuscire ad onorarle. E poi Poste Italiane entra a dare una mano all’Alitalia con centinaia di milioni di euro. Per cortesia, quei soldi usateli per far funzionare meglio il servizio. Lettera firmata (Cremona)