Egregio direttore, le scrivo questa breve nota a commento de ll’articolo pubblicato sul suo quotidiano il 17/12/2013 dal titolo «Rimborsi: chiesta l’archiviazione - Per la procura della Repubblica Pizzetti, Alloni, Pedrazzi e Rossoni non hanno commesso peculato». Ho volutamente atteso qualche giorno prima di inviarle questa nota, pensando che comparisse qualche commento sull’argomento nella sua rubrica lettere al direttore. Purtroppo niente. Pare che non faccia notizia scoprire che quattro politici, dopo lunghe indagini ad opera della procura della Repubblica di Milano, siano giudicati persone oneste non commettendo alcun reato di peculato. Ricordo invece che quando fu data la notizia di una indagine in corso ai consiglieri regionali Pizzetti, Alloni, Pedrazzi e al vice presidente Rossoni i commenti non si sono sprecati, pur trattandosi di ‘ipotesi di r ea t o’. Come sempre ‘diversi giudici popolari’, sempre pronti a dire la loro in tutte le sedi, additarono, giudicarono ed emisero condanna senza appello nei confronti di questi amministratori, ritenendoli approfittatori di pubblico denaro. Quando però tre procuratori della Repubblica, i veri giudici, con dieci pagine sostengono che, dopo minuziosa indagine sui documenti in loro possesso, non hanno riscontrato alcuna irregolarità ecco che questi inquisitori spariscono nel nulla. Non una parola. Non una scusa. E’ semplice giudicare, è più difficile chiedere scusa per aver giudicato male. Se poi parliamo di amministratori, ci sembra normale un’azio ne diffamatoria, dimenticandoci che sono persone che svolgono un ruolo pubblico e che quando vengono additate come disoneste, soffrono alla pari degli altri, però i loro nomi vengo scritti per esteso e non con sigle che di norma garantiscono la riservatezza al cittadino comune in attesa di un giudizio. La giustizia ha fatto il suo corso e mi compiaccio del risultato. Auguro un sereno natale a questi onesti amministratori. Giovanni Bozzini (Scandolara Ravara)
Abbiamo dato la notizia con il dovuto risalto. Non abbiamo fatto parte del partito dei colpevolisti quando era facile esserlo, non ci esaltiamo ora che la procura ha chiuso l’inchiesta: onestà e correttezza dovrebbero fare parte del corredo di ogni politico, non dovrebbero fare notizia. Ma in questa strana Italia, costellata da decine di scandali ad ogni livello, non è così. I partiti facciano un serio esame ‘candeggio’ quando sceglieranno i loro prossimi candidati. Vogliamo tornare a vivere in un Paese normale.