Vorrei sottoporre all’attenzione dei lettori quanto accaduto a mia madre, titolare di una pensione erogata dall’Inps da circa 10 anni. Siamo abituati a sentir parlare in tv di maxi pensioni, ma ancor di più di pensionati che non arrivano alla fine del mese. L’importo che mia madre percepisce mensilmente rientra più, verosimilmente, nella seconda categoria. Come se non bastasse, qualche mese fa si vede recapitare dall’ente previdenziale una raccomandata in cui le viene richiesta la restituzione di una somma da capogiro, secondo l’Inps, percepita indebitamente. Ora io dico: in Italia, se c’è qualcuno che, anche volendo, non ha nessun potere di aumentarsi lo stipendio e non può evadere il fisco, sono proprio i lavoratori da reddito dipendente e i pensionati e dal momento che è proprio l’Inps che ricalcola e riliquida gli importi delle pensioni, con tanto di comunicazioni ufficiali, frasi incomprensibili che cercano di spiegare calcoli e conteggi stabiliti dalle riforme che il governo attua praticamente ogni 6 mesi, penso che sia l’Inps a doversi assumere anche la responsabilità dei propri errori. Questo sistema punisce il cittadino che si affida completamente a chi ne sa più di lui e che poi gli si ritorce contro. Mi pare evidente che non ci sia nessun dolo da parte di chi, come mia madre, percepisce esattamente ciò che l’ente previdenziale eroga, nè più nè meno. Se prima vengono pagati arretrati spettanti che poi per magia non sono più spettanti che diritto ha l’Inps chiedere indietro le somme degli anni precedenti? Il mio appello è per le persone chi si trovano in situazioni analoghe, che so per certo essere numerose, di rivolgersi al difensore civico che gratuitamente con la competenza e l’autorità di un ottimo avvocato, è stato l’unico a volersi prendersi carico della questione e chiedere spiegazioni all’Ente che, alla fine, ha accettato il reclamo, imputando l’errore solo ed esclusivamente all’Istituto erogante, annullando così il procedimento di recupero delle somme corrisposte. Ringrazio l’avvocato D’Ambrosio che ha seguito la pratica di mia madre. melissa.carboni@alice.it