L'ANALISI
30 Novembre 2013 - 17:54
A dir la verità mi sarei aspettato una valanga di repliche per dissentire delle affermazioni del dottor Umberto Riccardi, ma con amara sorpresa ho notato una certa indifferenza. Su una cosa sono completamente d’accordo con il dottore, cioè che nella vita le differenze sociali ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ma vede caro dottore, in una società civile e democratica, la salute viene considerata un bene di tutti, anche per le persone che dopo una vita di lavoro non hanno raggiunto traguardi importanti come dice lei. Probabilmente sbaglio pensando che un operaio colpito da infarto sia diverso da un imprenditore con lo stesso problema. Forse con l’arrivo dell’ambulanza ci dovrebbe essere anche un consulente finanziario che chiede ai parenti il reddito del malcapitato. Trovo sconvolgente che un cittadino obbligato a recarsi tre volte alla settimana in ospedale per sottoporsi alle cure di emodialisi non essendo in grado di pagarsi le enormi spese, venga condannato a morire. Voglio ricordarle che tutte le persone di questo mondo hanno il sacrosanto diritto di essere curate, dal pannolone quotidiano alle patologie più gravi e lo Stato italiano almeno in questo primeggia nel mondo. Per concludere le auguro piena salute, non vorrei che tutte le sue risorse di una vita di traguardi finissero nella sanità.
Gabriele Ronda
(Cremona)
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