Leggo le inutili ed assurde discrepanze politiche circa l’inceneritore di Cremona e, non solo a mio parere, ma anche di tutte le persone informate correttamente, vorrei dare i seguenti dati che, in vera negatività perché del tutto reali, non danno alcuno spazio a riammodernare una cosa che cade a pezzi da ogni parte e con denaro pubblico, cioè tasse sull’intera popolazione. 1) L’incenerimento è di gran lunga meno efficiente di una moderna centrale termoelettrica a ciclo combinato (26% contro 57% la resa per l’energia elettrica). 2) Anche se i limiti di legge per la produzione di polveri totali, anidride solforosa, NOX, monossido di carbonio, diossine e furani, piombo, cadmio e mercurio (Dl 133/2005, 2000/76/CE) sono rispettati, in realtà i limiti stessi sono frutto di una convenzione e non garantiscono affatto la non nocività dell’impianto, cioè sono una vera balla che insistono a raccontarci. Le emissioni di sostanze tossiche persistenti (diossine, furani, metalli pesanti) sono da considerarsi comunque significative se sono protratte nel tempo e nello stesso luogo, come evidenzia anche il Dl 152/2006. Cioè, anche emissioni di piccole quantità per lungo tempo sono da considerarsi estremamente pericolose. 3) A Cremona ci sono ben 160 giorni l’anno di ventilazione zero, quindi quanto emesso dall’inceneritore rimane e persiste qui, conficcandosi nel terreno, a dispetto della salute di ogni cittadino e, in un futuro davvero prossimo, dei loro figli e dei loro nipoti. Quanto sopra evidenzia e fa porre la precisa domanda sul perché si possa realisticamente sostenere una spesa di 80 milioni di euro (ripeto, nuove tasse) per una tecnologia morente, senz’altro bandita fra poco per legge: quindi la vera soluzione è quella di rivedere totalmente il piano dei rifiuti cittadini, dalla raccolta al trattamento, dallo stoccaggio fino alla differenziazione e alla vendita dei materiali, un sistema di cui sono provati gli assoluti vantaggi in termini ambientali, occupazionali ed economici. Sono ormai più di 194 i comuni che adottano la strategia di ‘rifiuti zero’, arrivando a quantità di riciclato elevatissimo e servendo, così, oltre quattro milioni e mezzo di cittadini più che felici. Invito, così, tutta la popolazione cremonese a vigilare, perché non venga perpetrata l’ennesima scelta antidemocratica e di spreco di denaro pubblico, cioè il nostro e soprattutto della nostra salute. Roberto Bonezzi (Cremona)