La signora Emilia di Cremona, nella sua lettera al giornale ‘La Provincia’ di alcuni giorni fa, riferisce di aver sofferto molto per le non poche critiche a Papa Francesco dopo la visita a Lampedusa. Il Santo Padre, prosegue la donna, si preoccupa sia dei poveri, sia degli emarginati e se la prende con alcuni politici che si sono permessi di dire semplicemente che un conto è predicare e un conto è governare. Evitando di entrare in inutili e strumentali polemiche, voglio solo ricordare alla signora e agli amici lettori, come tutti vittime della disinformazione dilagante, che nello Stato del Vaticano, di cui Papa Francesco fa parte, esiste tutt’ora il reato di immigrazione clandestina, punita addirittura con il carcere. Con grande umiltà e con il cuore in mano, concludo il mio pensiero con la speranza che il Santo Padre, in qualità di capo di Stato, abolisca al più presto il reato sopra citato, favorendo così ospitalità, accoglienza e cittadinanza vaticana alle migliaia di «migranti» che per necessità o convenienza, lasciano il loro paese. Andrea Zecchini (Camisano)