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Oggi ha ancora senso l’educazione motoria?

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

30 Agosto 2014 - 10:28

Oggi ha ancora senso l’educazione motoria?

Egregio direttore,

in tempo di crisi bisogna fare delle scelte anche economiche. Che senso ha oggi educazione motoria nelle scuole? Oggi moltissimi ragazzi fanno attività sportive extrascolastica, nelle scuole si impara solo a giocare al calcetto, pallavolo, pallacanestro e ci si infortuna (la maggior parte degli infortuni scolastici avviene in palestra).

Pochissimi studenti apprendono le regole di specialità sportive diverse dalle solite tre e non parliamo degli esercizi a corpo libero, che non sanno nemmeno cosa siano. Addirittura in alcune scuole riescono a dividere le due ore settimanali, così tra il tempo per cambiarsi e rivestirsi rimangono alcuni minuti di attività sportiva motoria (calcetto, pallavolo o pallacanestro) con l’onere per gli studenti di trascinarsi scarpe e tute due volte a settimana anzichè una. E che dire dei corsi pomeridiani che regolarmente sono evitati dagli alunni con tanto di giustificazione dei genitori?

Considerati i costi delle palestre, spogliatoi compresi, che nel giro di pochi mesi vengono distrutti e dove nessuno fa la doccia ma che devono essere disponibili e sempre manutenzionati, oltre ai costi del personale docente e per le pulizie propongo di abolire le due ore di educazione motoria. Addirittura oggi si sono inventati che per avere un voto alto in educazione motoria si deve studiare da un libro, per cui chi non si cambia porta una ricerchina sul corpo umano. E vai che dalla motoria torniamo a lezioni teoriche di cui non se ne vede la necessità. Riutilizzo del personale che sarebbe in esubero per il sostegno degli alunni diversamente abili.

Mario Rossi

(rossimario1969@tiscali.it)

Per certi versi lei ha centrato il cuore del problema. Per come molto spesso viene praticata oggi nelle scuole, l’educazione motoria rischia di essere inutile: classi sempre più numerose in palestre sempre più piccole. Non bisogna però sottovalutare il fatto che molte famiglie, soprattutto in tempi di crisi come questo, non riescono a pagare attività sportive ai loro figli e che dunque quella della scuola resta la sola occasione di praticare per tanti ragazzi. Un’altra considerazione importante è che i professori non sono né allenatori né istruttori, ma grazie al loro lavoro viene insegnato il concetto fondamentale che la pratica sportiva è educazione a un sano sviluppo fisico e mentale del ragazzo e che una buona capacità motoria contribuisce alla crescita. Le ‘ricerchine’ sul corpo umano alle quali lei ha fatto cenno sono funzionali all’esame di terza media, che prevede anche un approccio teorico. Materie considerate ‘minori’ come educazione motoria, musica, educazione artistica in molti casi si sono rivelate fondamentali per dare agli studenti la consapevolezza del loro ‘saper fare’ che poi ha avuto benefiche ricadute anche sulla resa scolastica complessiva.

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