L'ANALISI
30 Aprile 2014 - 11:05
In merito all’episodio conclusosi tragicamente al signor Dario Piovani al Pronto soccorso ed esprimendo alla famiglia le mie condoglianze, la mia mente rivive una esperienza forse simile accadutami il 15 agosto 2002. Arrivato all’ospedale accompagnato da mia moglie, dopo la registrazione sono stato invitato dagli addetti ad aspettare in sala di attesa. Dopo 15 minuti di sofferenze e dolori fortissimi, piegato su di una sedia con la camicia inzuppata di sudore, grazie all’insistenza di mia moglie cosciente della situazione, gli addetti finalmente si sono presi cura di me.
Dopo i primi accertamenti da parte dei dottori che si rendevano conto della gravità del mio stato, sono stato trasferito con urgenza nel reparto di cardiologia dell’ospedale e dopo le prime cure, con stupore, mia moglie si è sentita dire dal cardiologo di turno la frase «cosa l’avete portato qui a fare il giorno di ferragosto?».
Ancora una volta e grazie sempre a mia moglie, non potendo fare un angiografia, dopo tre ore passate su di un lettino con la sola somministrazione di farmaci in attesa che fossero passati i dolori, urlando è riuscita a far organizzare un’ambulanza per l’ospedale Civile di Brescia dove sono stato salvato da una morte certa. Ecco, signor direttore, quello che mi è accaduto ed è successo al signor Piovani fa capire che a distanza di 12 anni accadono episodi che non dovrebbero più accadere, e non si capisce il perché di tutto questo, riconoscendo l’impegno e l’enorme mole di lavoro degli addetti del Pronto soccorso.
Fortunatamente da 12 anni sono curato da una struttura, quella degli Spedali Civili di Brescia, dove professionalità è sinonimo di eccellenza.
Marco Lucaccini
(Cremona)
La ringrazio per questo suo contributo. Non mi permetto di entrare nel merito nè della sua vicenda né in quella, ancor più drammatica, costata la vita a Dario Piovani relativamente alla quale, come sa, la moglie ha sporto denuncia. I due casi possono essere differenti, nel secondo la parola passa ora alla magistratura.
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