Un mio familiare soffre di disturbi psichici ed è seguito (in teoria) dal Centro psicosociale della Asl di Cremona. Premetto che io, pur essendo cremonese, vivoda anni in un’altra città e quindi a seguire questa persona ci sono solo i genitori, ormai anziani e pieni di acciacchi. Ultimamente, a seguito di alcuni lutti familiari, c’è stata una riacutizzazione del disturbo psichiatrico di cui soffre questa persona, che da qualche mese non dorme più la notte, parla da sola e fa altre stranezze. I genitori, allarmati da tutti questi comportamenti, si sono recati un paio di volte al Cps (Centro psico-sociale) a parlarne con il medico curante, trovandosi però di fronte ad un ‘muro di gomma’. Tale dottore non ha ritenuto infatti nè che fosse il caso di visitare più spesso il suo paziente (attualmente le visite sono programmate a distanza di due-tre mesi e durano in media 10-15 minuti al massimo), e nemmeno chefosse il caso di intervenire sulla terapia. Non sto a descrivere, ma le lascio solo immaginare quello che noi familiari stiamo vivendo: la paura, la rabbia, la pena a vedere una persona che sta male senza poterla aiutare, e più di tutto l’impo - tenza, sensazione indotta da chi invece di prendersi in carico un problema così grave (e mi riferisco alle istituzioni) lascia le famiglie sole a gestire qualcosa che ovviamente non hanno gli strumenti per gestire. La risposta ‘standard’ che spesso ci sentiamo dare dai medici è che deve essere il paziente ad informare il medico del peggioramento del suo stato e quindi a richiederne l’intervento. Ma il paziente con questo tipo di disturbi non si rende conto di stare male! Ma possibile che nessuno possa fare nulla a Cremona? A chi posso rivolgermi per chiedere un aiuto avendo la certezza di avere una risposta? M.M. (Cremona)
