Spaventati dai titoli e dai fatti inequivocabilmente accaduti all’interno della loro scuola, intimoriti dal possibile impatto sull’opinione di molte famiglie ancora incerte sulla scelta di un istituto comprensivo o l’altro per l’anno scolastico 2014/15, gli insegnanti della ‘Campi’ si premurano di far sapere che a scuola loro non mancano attenzione e lavoro con gli alunni, e che in tutti gli ambienti scolastici, o sportivi, o ricreativi succedono riprovevoli quanto frequenti episodi di maleducazione e violenza tra adolescenti.
E chi ha detto che solo alla ‘ Campi’ ci siano ragazzi che si comportano in modo gravemente incivile? Certo che se i genitori degli alunni di quella scuola sono arrivati a denunciare determinati avvenimenti e a sottolineare il timore che accompagna i loro figli fra le mura scolastiche, e le mancanze di rispetto inaccettabili per i docenti, significa che la misura è colma, che ormai si è giunti al capolinea, nella loro scuola più che altrove: non si nega evidentemente che anche altrove ci siano difficoltà, ma la situazione altrove non sembra fuori controllo, per ora.
Sicuramente alla ‘Campi’ si lavora sia dal punto di vista didattico che educativo, sicuramente il dirigente è attento e pronto a intervenire con i metodi a sua disposizione sia nei confronti degli alunni colpevoli di situazioni spiacevoli che chiaramente nei confronti dei docenti che ogni giorno devono affrontare una realtà spesso insostenibile.
La verità è che la scuola da troppo tempo è stata abbandonata dalla politica, che la scuola è stata lasciata andare allo sbando grazie alle decisioni prese e scaricate sulle spalle dei lavoratori. Tagli di risorse economiche e umane radicali che hanno messo in ginocchio le istituzioni scolastiche, formazione di pessimi calderoni sempre più grandi dove è ovviamente più difficile ottenere risultati, classi sempre più numerose e sempre più ricche di problemi di ogni tipo, riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, dei collaboratori scolastici e chi più ne ha più ne metta, pur di risparmiare a spese dei piccoli cittadini, delle loro famiglie, di chi tira la carretta quotidianamente e faticosamente con ben poche soddisfazioni.
Anche a livello locale non dimentichiamo che è di pochi mesi fa il varo dei cinque istituti comprensivi che la Regione imponeva tassativamente, due dei quali poi si sono ritrovati senza un dirigente titolare e sono stati dati a reggenza e infine abbandonati al loro destino. Dal punto di vista dell’edilizia scolastica, gli edifici fanno letteralmente acqua da tutte le parti: i lavori maggiori ultimamente sono stati eseguiti al ‘Trento Trieste’ e alla ‘Campi’, scuole entrambe confluite nell’istituto comprensivo Cremona Uno.
Problemi grandi e piccoli dappertutto sicuramente, docenti bravi e attenti dappertutto sicuramente, corsi di aggiornamento utilissimi e sanzioni disciplinari dovute sicuramente; ma i miracoli non li fa nessuno.
E’ la politica che si deve far carico di questi pesanti fardelli, non inventando sigle ed etichette dietro le quali nascondere i problemi enormi dei nostri ragazzi, ma dando loro la possibilità di lavorare in classi numericamente adeguate alle esigenze degli adolescenti di oggi, con insegnanti in grado di lavorare serenamente senza angosce in spazi vivibili da tutti i punti di vista. Quando andremo a votare il 25 maggio prossimo ricordiamoci dei nostri figli, dei loro diritti calpestati da tempo immemore dai politici nazionali e locali. Ricordiamoci.
Lettera firmata
(Cremona)
Il varo degli istituti comprensivi ha suscitato più di un mugugno tra le famiglie e tra gli insegnanti. Non credo che ciò sia a causa del colore politico della giunta ma della singola struttura che l’ha ideato.