Mi riferisco all’Sos del commercio evidenziato con gli articoli pubblicati riguardanti la città di Crema e di Cremona e tutte le province della regione. La prima osservazione corretta sembra che ormai non è più il periodo storico di farci rappresentare da più associazioni: Ascom Crema, Confcommercio Cremona, Asvicom e Confesercenti. I commercianti dovrebbero autonomamente pensare al loro futuro e alle loro città aiutati dalle amministrazioni comunali, Camera di Commercio, Reindustria e Servimpresa. Inoltre le banche locali: Bcc Cremasca e Popolare, dovrebbero svolgere il loro ruolo finanziario con attenzione al periodo particolare. I mercatini, la tortellata, il carnevale, non sono più sufficienti, ma tutti i commercianti portando alcune idee potrebbero aggregare anche una clientela qualificata esempio: San Domenico e multisala possono essere due soggetti per attirare una aggregazione di bambini all’interno della città. Cafe Gallery (La Galerie du Cafe srl, Crema)
La crisi del commercio è un aspetto della più generale condizione del Paese: ci sono meno soldi nelle tasche dei cittadini, che - dicono le statistiche - per la prima volta dopo molti decenni ridimensionano perfino gli acquisti di cibo. Certo, in attesa di una ripresa più annunciata che vista, anche i commercianti debbano mettere in campo fantasia e creatività per riportare i clienti nei negozi. E’ indubbio che necessita un’azione combinata nella quale anche le associazioni e gli enti locali devono fare la loro parte. Ma i primi attori devono essere i diretti interessati.