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Sport, i settori giovanili utili oltre che educativi

Betty Faustinelli

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

29 Gennaio 2014 - 10:14

Sport, i settori giovanili utili oltre che educativi

Baby atleti alla Festa dello Sport

Nei giorni scorsi è apparso un articolo, inerente le problematiche che affliggono i settori giovanili delle squadre dilettantistiche e non, e come diretta conseguenza, l’opportunità in questi tempi tanto avari, di profondere risorse sia umane che economiche in questo tipo di iniziativa. Con profondo rammarico e non senza una certa amarezza, alcuni autorevoli esponenti del calcio nostrano, si sono espressi nella ferma convinzione che attualmente i settori giovanili siano di assoluta inutilità, oltre che particolarmente onerosi, cattedrali nel deserto, fuori dalla realtà, privi di qualsivoglia validità, sia dal punto di vista tecnico, non producendo nuovi talenti, che economico. Certo, si tratta di opinioni e come tali tutte degne di assoluto rispetto, ma mi pare che nessuno abbia fatto un doveroso distinguo, tra settori giovanili ben gestiti e messi nella condizione di ben operare e invece realtà che per altri motivi lavorano nell’assoluta difficoltà e indifferenza, o magari costretti ad iniziare la propria attività organizzativa sistematicamente in grande ritardo, venendo sempre considerati l’ultima ruota del carro.
Fare di tutta l’erba un fascio, non rende onore a chi si prodiga con professionalità e competenza per fare dei settori giovanili una risorsa per le rispettive società di appartenenza, si sappia che sono numerose contrariamente a quanto si pensa, le realtà nelle quali i settori giovanili funzionano ed anche molto bene. Sono profondamente convinto che prodigarsi per investire in un progetto educativo e di valorizzazione dei giovani, sia fondamentale sia per lo sport che per la società civile tutta. Auguro un florido futuro, a tutti i presidenti che riterranno vantaggioso, mettere nelle mani di improvvisati direttori sportivi, spesso incompetenti e pieni di sè, il carrello della spesa, in modo che possano esibirsi in improbabili virtuosismi da ‘fantacalcio’ mercato, dilapidando i quattro spiccioli rimasti. Stiamo dimenticando il senso di appartenenza, che solo un settore giovanile sa creare, senso di appartenenza che coinvolge, stimola, gratifica, rende tutti più disponibili al sacrificio, se non lavoreremo in questo senso circoleranno sempre più mercenari che per cinquanta euro al mese in più, si accaseranno altrove, facendo lievitare i costi di una realtà sportiva ormai asfittica. Mi sono sentito in dovere di fare queste semplici considerazioni, prima di tutto per rispetto e riconoscenza nei confronti dei miei collaboratori che ringrazio, ma anche per tutti i colleghi delle altre società calcistiche che come noi in condizioni spesso proibitive si prodigano in questa ‘inutile’ missione. Una piccola precisazione per finire, quando qualcuno parla di costi insostenibili per la gestione dei settori giovanili, dovrebbe per correttezza menzionare che esistono realtà di settore giovanile, come quelle del Crema 1908, con il quale mi onoro di collaborare, che ormai da due anni si autofinanzia in toto (costo zero!), rappresentando a questo punto, se non sbaglio, un vantaggio assoluto, ma forse, si è trattato solo di una dimenticanza.
Angelo Sacchi
(dirigente coordinatore settore giovanile Crema 1908)

Anch’io, come lei, sono convinto che i settori giovanili abbiamo una valenza sociale oltre che educativa. E questo vale non solo per il calcio ma per tutte le attività sportive. Lunedì sera, alla nostra partecipatissima Festa dello Sport c’erano i ragazzini della Vanoli, della Cremonese, della Madignanese, del Cerchio cremonese di ginnastica ritmica, della Libertas San Bassano di pallavolo. Centinaia di giovanissimi che trovano nello sport anche un’unica occasione di crescita. Investire su di loro significa diffondere valori veri, sani e contribuire a costruire buoni cittadini. E, in molti casi, allevare futuri campioni. Ringrazio chi ancora lo fa.
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