Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

Una casa a misura di mio fratello disabile

Email:

webmaster@laprovinciacr.it

28 Dicembre 2013 - 09:58

Una casa a misura di mio fratello disabile
Vorrei porre l’attenzione sulla situazione che io e la mia famiglia viviamo da due anni e mezzo, cioè da quando mio fratello Massimo, 42 anni, è stato colpito da una grave emorragia celebrale che lo ha tenuto per un anno e mezzo in costante pericolo di vita. Grazie ad una forte fede ed a medici competenti, ora è a casa. Lui così attivo, impiegato, portiere a calcio, alto 1 metro e 90, che aiutava persone meno fortunate, è divenuto un disabile sulla carrozzina. Nonostante tutto credo che con una stimolazione lui potrà fare ancora molto e se, non sarà così, ringrazio il cielo che sia vivo. Oggigiorno si parla tanto di attenzione verso la disabilità, si organizzano eventi notevoli quali la maratonina e il baskin, si è decretato il 2013comeanno dello sport a Cremona, ma nella quotidianità delle persone come mio fratello, che chiamo «silenti», senza voce, cosa si può offrire? I progressi scientifici permettono di salvare la vita in un evento drammatico quale una emorragia,mapoi si deve fare i conti con l’organizzazione di tutti i giorni. Questo mio congiunto—brutto definirlo handicappato — frequenta uncentro diurno, luogo dove gli operatori cercano di offrirgli il meglio. Purtroppo non esistono strutture adatte ad accogliere persone come Massimo, che hanno avuto una vita «normale» ed improvvisamente si ritrovano a dover dipendere completamente dagli altri, come fossero bambini. L’esperienza negativa di un centro di riabilitazione, dove lo trovavo nel corridoio a fissare il muro per ore, ha fatto sì che non avessi dubbi sul fatto di volerlo riportare a casa, con le difficoltà connesse a questa scelta. Vive, bloccato da una salita, in un appartamento di 45 metri. Da un anno io e mio marito vorremmo comprare una casa grande—l’av r e mm o individuata — che accolga noi e lui. Massimoha crisi anche di notte, chemi costringono ad attraversare la città con il cuore in gola... Chiedo di non arrivare a doverlo lasciare un giorno (non è un pacco è un uomo!) in un istituto a causa dell’impossibilità economica di pagare una badante, chiedo una casa dove lui possa essere controllato e accudito, dove potergli offrire un luogo in cui socializzare ed incontrare gli amici. Il problema è che già possediamo due piccoli appartamenti con il mutuo. Se riuscissimo a venderne uno potremmo fare il nuovo acquisto: qualcuno dei lettori di questo giornale può essere interessato a un bilocale? Lei penserà «non sono un agente», ma con la crisi nel mercato immobiliare per ora, pur essendoci già rivolti a varie agenzie, non abbiamo ottenuto nulla. capisco che il bene di massimoè stare con la sua famiglia. Quando lo guardo negli occhi e vedo che non sa più piangere quando mi chiede il pranzo e gli rispondo che lo ha terminato da pochi minuti e lui non lo ricorda, quando non sente la televisione e deve leggere i sottotitoli, privato del piacere della musica, quando guarda la Cremonese in tv e lui non potrà più alzarsi da quella sedia a rotelle per tirare un calcio al pallone, quando nei momenti di maggior presenza mi chiede di portarlo a Lourdes per avere il miracolo ed io posso solo offrirgli due ore di fisioterapia alla settimana pagate da noi... ecco in quei momenti sento la mia impotenza di fronte all’evento che gli e ci ha cambiato la vita, ma resto con la speranza che tutto questo possa avere un senso.... Linda Signorini (Cremona)

Vista la particolarità di questa vostra vicenda, rilancio volentieri il vostro appello.
Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400