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Con quei curricula snelli
si mortifica il merito

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14 Luglio 2013 - 13:07

Nell’inserto settimanale di un quotidiano ha attirato la mia attenzione un articolo sui giovani in cerca di lavoro, che faceva riferimento a preziosi consigli suggeriti ad un giovane laureato cremonese, dalla responsabile dell’Informagiovani di Cremona. L’invio di un curriculum vitae ‘snello’ - che omette cioè la laurea conseguita – pare sia una efficace strategia per trovare occupazione, per chi ha un titolo di studio elevato, specie nelle facoltà umanistiche. Addirittura una necessità per le giovani donne. Come se l’elemento stonato fosse la laurea e non la mentalità di chi assume soltanto chi non ha aspettative alte sul suo futuro. Si parla molto di meritocrazia, si ragiona di come affrontare il disastro della disoccupazione giovanile italiana; forse è il caso di indagare anche su quale sia la visione di molti imprenditori, e se davvero il loro orizzonte è fatto di innovazione e qualità o piuttosto di mantenimento di posizioni di vantaggio. E’ un dato di fatto la disponibilità di tante ragazze e tanti ragazzi brillanti e competenti a lavori o incarichi professionali temporanei, non corrispondenti alle loro potenzialità e sottopagati, a cui si prestano con grande senso di concretezza e adattamento. Pretendere però di disconoscere la loro formazione e tacere della laurea, costata tempo, energie e sacrifici economici propri e dei familiari – quella laurea che in tempi recenti un giovanotto poco versato allo studio pare si sia procurato in Albania con soldi pubblici – mi pare offensivo e mortificante nei confronti delle giovani generazioni. Noi adulti dobbiamo riconoscere il merito non solo a parole, favorire la crescita culturale del nostro paese ed essere orgogliosi di chi studia con passione. Elisabetta Cabrini (Cremona)
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