Cerco di essere il più conciso possibile. 10/1/2013, 25/2/2013, 12/4/2013, 10/6/2013. Sono le scadenze delle fatture per consumo gas metano da ottobre 2012 ad aprile 2013. Praticamente un intero inverno. L’ammontare complessivo dell’imposta sul consumo relative alle suddette quattro scadenze ammonta complessivamente a 446 euro cui è stata applicata anche l’Iva quasi tutta al 21%. Incredibile a dirsi, l’imposta sull’imposta. Gradirei conoscere quale articolo del Dpr istitutivo dell’Iva consente l’applicazione dell’Iva su una imposta o quale diavoleria è stata introdotta per consentire un simile ladrocinio. Insisto nel dire che si tratta di una imposta allucinante e non ci vuole un master in alcuna scienza per capire che viene applicata con lo stesso criterio tanto al miliardario che riscalda la propria abitazione quanto alla famiglia indigente che la prima casa magari può soltanto sognarsela ed è costretto a pagare pure un oneroso affitto. Ecco dunque l’imposta che andrebbe soppressa domani mattina con l’obbligo di restituzione di tutta l’Iva pagata da anni. Sarebbe un vero sollievo per milioni di cittadini. I nostri parlamentari invece, da noi lautamente stipendiati, con pensioni d’oro, liquidazioni assurde e privilegi vari, rimangono al caldo sulle poltrone di Camera e Senato fregandosene delle suddscritte bollette. Si continua, inoltre, a discutere di Imu. Sappiamo che esistono prime e primissime case. Ne deriva che basterebbe una accorta rimodulazione di tale imposta per porre fine ad ogni discussione. Analoghe osservazioni ho provato ad esternare a un quotidiano nazionale i cui pur validi giornalisti, sono sempre presenti in numerosi dibattiti televisivi. Risultato? Zero commenti. Cortese direttore, ha forse lei la possibilità di far breccia in qualche zucca vuota, o si dovrà ricorrere a Papa Francesco perché interceda presso il padreterno? Antonio Avanzi (Cremona)