Leggo sul giornale del 7 marzo che nella ‘rete’ della Finanza sono finiti, durante i controlli eseguiti nel 2012, 14 professionisti medici, dei quali 7 sono risultati evasori totali o paratotali. Mi siano consentite due considerazioni. La prima è che mi sembra sia stata scoperta l’acqua calda. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. C’era qualcuno che aveva dubbi sul fatto che molti medici non rilasciano alcun documento fiscale dopo le visite nei loro studi? Non è forse, questa, esperienza comune da sempre per i cittadini-pazienti? La seconda considerazione: non sono un po’ pochi 14? Come mai questa ‘parsimonia’ quando si tratta di controllare i liberi professionisti? Ci sono stati forse storicamente dei mandanti politici per questa acquiescenza? E pensare che - è il caso di ricordare - anche questi signori, insieme a tanti altri liberi professionisti con redditi ‘ufficiali’ da impiegati e ricchissimi patrimoni, hanno concorso a causare, con decenni di evasione fiscale, la situazione disastrosa nella quale l’Italia si dibatte. L.G. (Cremona)
Andiamoci piano con le generalizzazioni. Certamente in certi ambienti professionali il rischio-evasione è più alto che in altri, ma questo non significa che si possa fare di tutta l’erba un fascio. Come da richiesta, tuteliamo la sua riservatezza mettendo in calce alla lettera solo le iniziali. Avrei preferito che fosse firmata per esteso: troppo facile lanciare il sasso e nascondere la mano.