L'ANALISI
07 Febbraio 2015 - 14:04
Chiaro che non è accettabile bloccare una città, i suoi ospedali, il suo pronto soccorso per la neve. E, di sicuro, a Cremona, il fenomeno atmosferico in questione suscita meno panico che altrove. Però, è anche vero che, di fronte ad un’emergenza annunciata, per di più, con largo anticipo, chi ne ha il potere dovrebbe assumere le decisioni, ovvie, per tempo.
Soprattutto, se, di mezzo, ci sono dei minori. Pare, pertanto, assurdo consentire la chiusura delle scuole, a mattina inoltrata. Alcuni alunni, diligenti, magari a piedi, a quell’epoca, sono infatti già riusciti ad arrivare in classe. Ora, una volta che i cancelli del loro plesso hanno l’autorizzazione a serrare i battenti, questi studenti modello di che riparo dispongono e come possono tornare presto a casa, specie se provengono da fuori? Venerdì mattina, il provvedimento è stato diramato verso le nove. Ma, da che mondo è mondo, le campanelle, che segnano l’avvio delle lezioni, non suonano forse a cinque alle otto?
B. B.
(Cremona)
Lei ha ragione. La disastrosa situazione è sotto gli occhi di tutti. Come al solito, a pagar dazio, sono le famiglie.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris