Provo un senso di ribellione, non nei confronti dei dirigenti comunali che riceveranno premi per 95.000 euro, ma nei confronti di leggi che, grazie al legislatore insultano sempre più la miseria. La politica ha avuto il coraggio di premiare anche chi fa solamente il proprio dovere all’interno del servizio pubblico. Capacità di coordinamento e di innovazione dovrebbero esistere come compito preciso ed obbligatorio sdoganato dallo stipendio tabellare e identità di posizione ed in particolare in momenti simili a quello che stiamo attraversando la cosa mi sembra inadeguata, indignitosa, offensiva e figlia di nomenclatura insensibile alle disgrazie della povera gente. Ecco perché la spesa pubblica italiana è quattro volte maggiore di quella britannica. Tutta la politica ed i discendenti della stessa godono di privilegi vergognosi che ben conosciamo. Malformazioni prodotte da menti degenerate. Non commento i 25.000 euro per il direttore della Provincia. Mi auguro che si annullino Province, Regioni e tanti barconi che navigano nello spreco con dipendenti che non rischiano nemmeno di perdere il posto di lavoro come avviene per tutto il settore privato. Il fatto di Cremona è poca cosa in un contesto che merita solo la distruzione affinché si faccia posto all’equità tra pubblico e privato seppellendo ogni tipo di privilegio che oggi affonda la nazione. Geo Monti (Cremona)
senza motivo polemico con il mio amico Masseroni G. di Pescarolo in merito all’intervento epistolare dello stesso nella rubrica quotidiana «Spazio aperto» del giorno 7.8.13, che, a buona ragione esprime giustificata perplessità per l’annuncio del «Premio di 95mila euro» ai dipendenti locali. Sorprendente l’iniziativa che fa un certo effetto. Personalmente, vorrei precisare che questi dirigenti amministratori già intascano una cospicua quota. E che, pertanto, è inutile aggiungere premi a fronte del doveroso lavoro quotidiano. Egisto Antoniotti (Cremona)
mi riferisco a quanto pubblicato il 13 agosto a proposito dei premi ai dirigenti e ai superdirigenti comunali. Categorie di dipendenti sempre esistite, ma mai così ampiamente reclamizzate. Ai miei tempi anche i dirigenti percepivano lo stipendio loro dovuto e il compenso per lavoro straordinario effettivamente prestato: punto e basta. Ora hanno inventato tutta una serie di competenze e di compiti che, sotto altra veste, sono sempre esistiti, ma che mai sono stati valutati come compiti che esulavano dalle competenze ordinarie. Di questo passo i dirigenti percepiranno un compenso (e che compensi) per il solo fatto di andare in ufficio. Non parliamo poi dei salti mortali che qualcuno ha fatto e sta ancora facendo. Non servono più titoli di studio e di esperienza. Conta sapersi accattivare la simpatia di chi deve valutare e, se si è capaci di generare simpatia, non c’è bisogno di essere di una intelligenza fuori del comune e non serve nemmeno possedere i titoli di studio previsti dal Regolamento e dalle norme di legge. Lettera firmata (Cremona)