L'ANALISI
05 Settembre 2025 - 14:53
LECCE - I Carabinieri hanno riconosciuto un latitante dopo 19 anni di fuga per via di un tatuaggio sull'avambraccio destro. L'uomo, seduto al tavolino di un bar alla periferia di Taviano, sorseggiava un drink convinto che il tempo e un passaporto con generalità false fossero bastati a proteggerlo. Non immaginava che quel dettaglio, rimasto vivo nella memoria di chi lo aveva visto tanti anni prima, sarebbe stato il suo punto debole. I militari lo hanno osservato, riconosciuto e avviato i controlli. All'inizio l'uomo ha tentato di depistare i Carabinieri, dichiarando di vivere a Milano e mostrando documenti contraffatti. Ma un rapido riscontro nelle banche dati delle Forze di Polizia ha spazzato via ogni dubbio: davanti a loro c'era proprio il ricercato, un 52enne albanese condannato a 10 anni di reclusione per associazione a delinquere, sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù, reati commessi a cavallo tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000 nell'ambito di un'indagine che aveva permesso di disarticolare un'organizzazione criminale attiva tra Italia e Albania. La sua latitanza, cominciata nel 2006 dopo la condanna definitiva della Corte d'Appello di Lecce, è durata quasi vent'anni. L'uomo è stato condotto presso la casa circondariale di Lecce "Borgo San Nicola", dove sconterà la pena. Intanto, proseguono le indagini per individuare chi lo ha aiutato a rimanere nell'ombra per così tanto tempo. - Foto: ufficio stampa Carabinieri - . pc/com 05-Set-25 14:42
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