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IL CASO

Come una droga: adolescente in ospedale per astinenza da smartphone

I genitori gli vietano il cellulare e scatta una crisi violenta: necessario l’intervento in pronto soccorso con terapie farmacologiche. Lo psichiatra Gianluca Rosso: «Il cervello risponde come con alcol o droghe. Serve affrontare anche la dipendenza digitale»

La Provincia Redazione

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31 Maggio 2025 - 15:39

Come una droga: adolescente in ospedale per astinenza da smartphone

(Foto IA)

TORINO - Non erano droghe, né alcol. Eppure l’adolescente che si è presentato in pronto soccorso all’ospedale San Luigi di Orbassano mostrava tutti i segni di una crisi d’astinenza. Agitazione psicomotoria, irrequietezza, bisogno urgente di qualcosa da cui sembrava dipendere. Quel “qualcosa” era lo smartphone.

A raccontarlo è il professor Gianluca Rosso, psichiatra, che ha assistito al caso. Il giovane era arrivato al reparto di emergenza accompagnato dai genitori, che avevano deciso di togliergli il cellulare per limitarne l’uso ossessivo. La reazione non si è fatta attendere: una crisi così intensa da richiedere l’intervento dei medici, con la somministrazione di ansiolitici sia per via intramuscolare che endovenosa.

«Il cervello – spiega Rosso – si abitua alla stimolazione continua del sistema dopaminergico, che può essere attivata da sostanze come alcol o stupefacenti, ma anche da comportamenti come l’uso eccessivo dello smartphone. Quando lo stimolo viene a mancare, il sistema reagisce in modo simile all’astinenza da droga».

Dopo aver superato la crisi, il ragazzo è tornato a casa. In casi come questo, infatti, non è previsto un ricovero psichiatrico immediato, ma viene indicato un percorso presso i SerD, i servizi per le dipendenze.

Il caso solleva una riflessione non più rinviabile: può una dipendenza “digitale” diventare una minaccia per la salute mentale, al pari di una sostanza stupefacente? E, soprattutto, come può la famiglia intervenire senza innescare reazioni così drammatiche?

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