L'ANALISI
16 Febbraio 2024 - 09:46
NEW YORK - L'ombra della causa aleggia su TikTok, Facebook e YouTube: la città di New York lancia l'accusa di aver danneggiato la salute mentale di bambini e ragazzi. Ma che cosa c'è dietro questa mossa?
Ti sei mai chiesto quali possano essere le conseguenze dell'uso smodato dei social media sui più giovani? La città di New York ha fatto un passo avanti, denunciando le maggiori piattaforme tecnologiche per danni alla salute mentale di bambini e ragazzi.
Secondo la causa, Meta (la società madre di Facebook), Snap (Snapchat), ByteDance (TikTok) e Google (YouTube) avrebbero consapevolmente costruito e commercializzato le loro piattaforme per «attrarre, catturare e creare dipendenza nei giovani». Un'accusa pesante. Ma non è la prima volta che sentiamo parlare di un argomento del genere.
Questa iniziativa, infatti, richiama alla mente un procedimento simile intentato nel 2022 in California. Il sindaco di New York, Eric Adams, aveva anticipato la causa già a fine gennaio. «Negli ultimi dieci anni abbiamo visto quanto il mondo online possa esporre i nostri figli a un flusso continuo di contenuti dannosi e alimentare la crisi nazionale della salute mentale dei giovani», ha affermato Adams in una nota.
La città di New York non è la sola ad aver mosso quest'accusa. Tra i querelanti ci sono anche il distretto scolastico e le istituzioni sanitarie, secondo le quali le società proprietarie hanno «consapevolmente progettato, sviluppato, prodotto, gestito, promosso, distribuito e commercializzato le loro piattaforme per attrarre e creare dipendenza, con una supervisione minima da parte dei genitori».
Ora, la domanda che tutti ci poniamo è quale sarà l'esito di questa causa e se riuscirà a scalfire l'immagine delle Big Tech, o resterà solo un grido nel deserto.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris