L'ANALISI
05 Maggio 2023 - 09:54
L'orsa Jj4
TRENTO - «Si è rimasti a guardare per troppo tempo e si è atteso che un martire morisse per dimostrare che le cose dovevano cambiare. Andrea è stato colpevole solamente di essersi addentrato nel suo bosco, che era il nostro, del territorio di Caldes, per una passeggiata settimanale». Così Carlo Papi, padre del runner di 26 anni ucciso dall’orsa Jj4 in Trentino lo scorso 5 aprile, in un’intervista pubblicata sul quotidiano Il T.
«Ho fiducia nelle istituzioni e non voglio addentrarmi sui già accesi discorsi sulla sorte dell’orso. Tuttavia mi crea rabbia sentire che il progetto Life Ursus sia definito da più parti come un successo: si sapeva che prima o poi la tragedia sarebbe capitata. La morte di Andrea è solo la punta dell’iceberg di un progetto che è diventato problematico. Andrea non è stato vittima di una tragedia della montagna, è martire di un’iniziativa pubblica», ha aggiunto Papi, tornando a chiedere giustizia per il figlio. (ANSA)
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