L'ANALISI
26 Aprile 2023 - 14:38
MILANO - A Milano da oggi un murale celebra cinque sindaci 'ribelli' della città che hanno esercitato, in
tempi diversi, il ruolo di primo cittadino all’indomani della Liberazione dell’Italia e che sono stati fieri oppositori al nazifascismo durante la Resistenza. Si tratta di cinque storie politiche diverse, ma con un forte impegno in comune: l'affermazione dei valori democratici e della libertà. I sindaci ricordati dal murale, a due passi dal Duomo in via Lupetta, sono Antonio Greppi, Virgilio Ferrari, Gino Cassinis, Pietro Bucalossi, Aldo Aniasi.
L’opera è stata realizzata dal collettivo artistico Orticanoodles e dall’associazione OrMe - Ortica Memoria di Milano, in collaborazione con Fiap e Fondazione Aniasi, con il patrocinio del Comune di Milano. «I miei cinque illustrissimi predecessori erano persone molto diverse tra loro, ma accomunati
da questo credo profondo nei valori democratici e antifascisti - ha commentato il sindaco Giuseppe Sala all’inaugurazione -, nell’idea di ricominciare a Milano quel percorso di progressismo socialista interrotto nel ventennio fascista».
Il murale si estende su una superficie di 140 metri quadri ed è stata realizzato su un muro cieco dell’ex Collegio dei Barnabiti, ora in concessione all’Università degli Studi di Milano. I sindaci protagonisti del riscatto morale e politico della città di Milano sono stati ribelli perché si sono opposti, in tempi e in modi diversi, alla dittatura e agli orrori della guerra. Alcuni hanno vissuto la Grande Guerra in trincea, tutti si sono 'ribellati' alla barbarie nazifascista, pagando in prima persona: chi il carcere, chi la persecuzione, chi il confino, chi sulle montagne da partigiano.
«Siamo partiti dal quartiere dell’Ortica e ora usciamo con l’obiettivo di creare un 'museo diffuso' sui temi della memoria - ha spiegato Serafino Sorace, Presidente dell’associazione OrMe - Ortica Memoria -. La speranza è che da oggi chi passerà di qua possa trovare spunto per approfondire la storia di Milan, soprattutto i più giovani». (ANSA)
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