L'ANALISI
14 Febbraio 2023 - 15:39
TORINO - Torna a Palazzo di Giustizia il caso della maestra d’asilo che, nel Torinese, perse il posto di
lavoro dopo la divulgazione (avvenuta contro la sua volontà) di un video in atteggiamenti intimi. Oggi si è aperto il processo d’appello alla direttrice dell’istituto, che nel 2021 fu condannata a tredici mesi di reclusione, e a una delle mamme (dodici mesi).
Il caso è della primavera del 2018. Il fidanzato dell’insegnante diffuse le immagini - senza permesso - in una chat di amici. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la giovane fu costretta a dimettersi. In aula la rappresentante della procura generale ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, sottolineando che «le imputate sono state fortunate», perché i fatti sono precedenti all’entrata in vigore della legge contro il cosiddetto revenge porn e aggiungendo che la maestra «fu messa in mezzo a un tribunale sommario».
Di tenore opposto è la ricostruzione delle difese: da parte della direttrice non vi fu alcuna costrizione, mentre la mamma parlò del caso senza intenzione di diffamare o di danneggiare l'insegnante ma, anzi, per proteggerla. (ANSA)
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