L'ANALISI
10 Febbraio 2023 - 12:08
REGGIO EMILIA - Associazioni e attivisti sono presenti fin dal mattino presto fuori dal tribunale di Reggio Emilia, a fare da "scudo" alla memoria di Saman Abbas, chiedendo giustizia per la 18enne pachistana uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. Oggi inizia in Corte di assise il processo per cinque familiari della ragazza che rifiutò un matrimonio combinato: lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Numanhulaq Numanhulaq, il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen, accusati di concorso in omicidio. I genitori si trovano in Pakistan, Abbas agli arresti, la madre ancora latitante ed è probabile che oggi i difensori ne chiedano lo stralcio.
All'esterno del tribunale sono presenti striscioni e cartelli. "Saman nel cuore e nelle lotte", si legge su quello di 'Non una di meno'. Altri intonano cori chiedendo giustizia per la giovane, il cui cadavere è stato trovato in un casolare, vicino a casa, a metà dello scorso novembre: era stata cercata invano per un anno e mezzo. Diverse associazioni saranno parte civile: tra queste, già costituite, Penelope (che tutela familiari e amici di persone scomparse) e Ucoii, Unione delle comunità islamiche italiane.
La Corte di assise di Reggio Emilia ha temporaneamente separato la posizione di Shabbar Abbas nel processo sull'omicidio della figlia Saman. Per lui è stato disposto un rinvio al 17 febbraio per valutare la possibilità di un collegamento in videoconferenza con il Pakistan, dove è attualmente agli arresti. Dopo probabilmente il procedimento sarà riunito nuovamente agli altri quattro familiari imputati. I giudici, presidente Cristina Beretti, hanno anche disposto un rinvio alle 15 per dare alle difese la possibilità di replicare alle costituzioni di parte civile, avanzate da una quindicina di associazioni e altre realtà.
L'avvocato: "Il fidanzato vuole giustizia per tutte le Saman"
"Se fosse qui oggi Saqib direbbe: dei soldi non mi interessa niente, voglio giustizia". Così l'avvocato Claudio Falleti, che difende il fidanzato di Saman nel processo che prende il via oggi davanti alla Corte di assise di Reggio Emilia. "Costituirsi non è solo il risarcimento del danno, ma affiancare la Procura e le altri parti civili. Dobbiamo tutti insieme rivendicare giustizia non solo per Saman, ma per tutte le altre ragazze vittime di questi crimini. Se dovessimo ottenere un risarcimento, Saqib farà una fondazione a nome di Saman che aiuti tutte le altre ragazze", aggiunge. (ANSA)
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