L'ANALISI
29 Ottobre 2022 - 11:35
NAPOLI - Sono stati accusati dagli inquirenti di avere provocato «alterazioni irreversibili dell’ecosistema marino e del sistema costiero, danni permanenti dovuti all’escavazione ed all’asportazione di interi pezzi di roccia frammentata, morte di milioni di organismi e micro-organismi": dodici «datterai» sono stati condannati giovedì scorso 27 ottobre dal Tribunale di Torre Annunziata (Napoli) che, per gli imputati, ha disposto pene tra 6 e 3 anni di reclusione. Il gup Fernanda Iannone ha ritenuto sussistente il reato di disastro ambientale. Lo scorso luglio il sostituto procuratore Antonio Barba e il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli avevano chiesto pene tra 12 e 4 anni. La sentenza di primo grado giunge al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato e dopo la maxi inchiesta della Procura e della Capitaneria di Porto. Contemplato dal giudice anche il risarcimento delle parti civili. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 90 giorni. (ANSA)
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