L'ANALISI
17 Settembre 2022 - 09:29
ROMA - Sostiene che bisogna fare «un passo indietro», «sia fisico che metaforico», spostarsi «dalle zone pericolose» e, dove possibile, «rinaturalizzare il territorio». Così il geologo Mario Tozzi, su La Stampa e Il Messaggero, con riferimento all’alluvione nelle Marche. «Con i cambiamenti climatici, il territorio andrebbe pianificato - sottolinea -. Ma questo, negli anni scorsi, non è mai stato fatto». Tozzi ricorda: «La prima alluvione di questo tipo risale al 1996, aveva colpito la Versilia. Già allora si sapeva. Ma non si è fatto niente perché ci sono gli interessi di chi amministra i territori. In tutto questo tempo, nessun Comune ha mai detto basta a questo metodo disastroso. Ci si è semplicemente limitati a continuare a costruire in zone così pericolose». Secondo il geologo, la colpa è dell’uomo. «All’alba del XXI secolo le catastrofi naturali non esistono più, esistono gli eventi naturali che diventano catastrofici solo per causa nostra - commenta -. Dunque dovevamo e dobbiamo aspettarci fenomeni di questo genere anche fuori dalle regioni che un tempo li subìvano e anche fuori dalle stagioni canoniche, anzi: la fine dell’estate è uno dei momenti più propizi per tali fenomeni, per via del gran caldo non ancora evacuato e dell’incontro con masse d’aria più fresche da Nord e dall’Atlantico». (ANSA)
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