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Emicrania, monoclonali migliorano qualità di vita di pazienti

La Provincia Redazione

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10 Settembre 2021 - 15:18

Emicrania, monoclonali migliorano qualità di vita di pazienti

ROMA - Definita come seconda causa di disabilità a livello mondiale, l’emicrania genera costi diretti, ovvero collegati a diagnosi e trattamenti medici, e costi indiretti, causati da assenteismo a lavoro e ridotta produttività. Gli ultimi dati mostrano però che i nuovi anticorpi anti-CGRP hanno un impatto positivo su disabilità, qualità di vita e anche produttività, contribuendo ad abbattere questi costi. A fare il punto sulle prospettive nei trattamenti, è il Congresso congiunto dell’International Headache Society e dell’European Headache. Ben diversa da 'un semplice mal di testa', l’emicrania è una condizione invalidante, che, come dimostrato in uno studio sui pazienti, provoca difficoltà a svolgere i lavori, domestici e non, nell’85% delle persone colpite, mentre nel 45% obbliga a saltare eventi familiari e sociali. Ma cosa succede durante un attacco di emicrania? I nervi trigeminali vengono attivati e secernono neuropeptidi pro-infiammatori come il CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina) che induce una serie di cambiamenti fisiologici, con conseguente rilascio di ulteriori mediatori infiammatori. Il processo infiammatorio che ne deriva promuove la sensibilizzazione centrale e periferica, aumentando l'eccitabilità dei neuroni, dando luogo a dolore, sensibilità alla luce e ai rumori, nausea. Oggi è possibile modulare le azioni del CGRP utilizzando anticorpi monoclonali ad elevata specificità, che possono legarsi al peptide o al suo recettore, prevenendo la cascata di eventi intracellulari sopra descritta.

«Fremanezumab - afferma Mario Cepparulo, direttore medico di Teva - è una terapia con un buon profilo di sicurezza e tollerabilità, e dai dati ricavati dagli studi clinici vediamo come il trattamento preventivo possa aiutare a migliorare la qualità della vita dei pazienti con emicrania, che avevano avuto una risposta inadeguata a 2 o più classi di farmaci preventivi, riducendo il dolore e i sintomi correlati. E riesce a farlo con un effetto a insorgenza rapida, già a una settimana dall’inizio del trattamento».

La rimborsabilità di fremanezumab, autorizzata in Italia da oltre un anno, è limitata alle prescrizioni effettuate tramite registro da centri per la diagnosi e la terapia delle cefalee individuati dalle regioni. «E' importante - conclude - sensibilizzare e informare pazienti e medici per individuare il corretto percorso diagnostico terapeutico».

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