L'ANALISI
30 Maggio 2021 - 10:56
VERBANIA - È stato Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia del Mottarone, a «ordinare» di mettere «i ceppi» per bloccare i freni di emergenza della cabina e la loro installazione era «avvenuta già dall’inizio della stagione», il «26 aprile», quando l’impianto tornò in funzione dopo le restrizioni anti-Covid. Lo ha spiegato un dipendente della funivia sentito come teste nelle indagini dei pm di Verbania, spiegando che il tecnico ordinò di «far funzionare l'impianto con i ceppi inseriti», a causa delle anomalie al sistema frenante non risolte, «anche se non erano garantite le condizioni di sicurezza necessarie».
«Palese è al momento della richiesta di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare la totale mancanza di indizi a carico di Nerini e Perocchio che non siano mere, anche suggestive supposizioni». Lo scrive il gip di Verbania Donatella Banci Buonamici nell’ordinanza con cui ieri ha rimesso in libertà il gestore della funivia del Mottarone e il direttore di esercizio e ha mandato ai domiciliari Gabriele Tadini, caposervizio, fermati mercoledì per l’incidente che ha causato 14 morti e il ferimento di un bimbo di 5 anni. Il gip parla di «scarno quadro indiziario» ancora «più indebolito» con gli interrogatori di ieri.
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