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CORONAVIRUS. LE VACCINAZIOni
16 Aprile 2021 - 12:08
ROMA (16 aprile 2021) - L’Europa non è indietro sui vaccini rispetto agli Stati Uniti o alla Gran Bretagna: «l'erba del vicino è sempre la più verde. Se vede i dati sull'Europa, non credo sia indietro rispetto a altri grandi Paesi complessi. Fornire le dosi per 447 milioni di persone e somministrarle è una missione colossale. Per quel che vedo dal nostro lato, funziona come un ingranaggio ben oliato». Lo afferma Albert Bourla presidente e amministratore delegato di Pfizer in un’intervista al Corriere della Sera.
«Tutti i 27 Paesi stanno ricevendo quanto richiesto, spediamo in molti centri in ogni Stato ogni settimana. Tutte le dosi arrivano, con una precisione del 99,9%. Il problema è che la Ue è molto grande e non tutti i fornitori sono riusciti a consegnare quanto promesso. Questo ha creato temporaneamente dei problemi. Ma ora stiamo tutti accelerando la produzione e credo che entro un paio di mesi non ci sarà più un problema di disponibilità. Le quantità basteranno. La luce che vediamo in fondo al tunnel inizierà a diventare sempre più intensa». Rispetto ad un accordo con la Commissione Ue per 1,8 miliardi di dosi nel 2022 e nel 2023, l’Ad ha spiegato che «stiamo negoziando con la Commissione e con molti altri Paesi nel mondo su contratti pluriannuali di fornitura di vaccini Covid nel 2022 e 2023. Sono felice di poterlo dire. Vogliamo essere dei partner nel lungo periodo delle autorità sanitarie di tutto il mondo nella lotta a questa pandemia». Infine, l’annuncio che si sta lavorando a un vaccino per bambini: «Abbiamo già l’approvazione per l’età 16-18 anni con il 100% di efficacia. Ora abbiamo finito gli studi sui 12-15 anni e abbiamo fiducia che avremo un’altra approvazione. Nel frattempo abbiamo già iniziato a lavorare sugli effetti di 5-11 anni, fra i due e i cinque e fra i sei mesi e i due anni" Sarà una pandemia permanente? «No, presto il Covid sarà come l'influenza», conclude Bourla: «Il vaccino diventerà un bene pubblico globale perché avremo prodotto abbastanza dosi. C'è sempre un pò di retorica. Ma non è vero che i diritti di proprietà intellettuale ostacolano la produzione delle dosi. Il vero intralcio è che ci siamo mossi alla velocità della luce». (ANSA).
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