L'ANALISI
18 Marzo 2021 - 14:55
ROMA (18 marzo 2021) - Quarantacinque ex sindaci italiani di città grandi, medie e piccole (tra cui Milano, Torino, Bologna, Trento, Bolzano, Brescia, Mantova, Ferrara, Ravenna, Padova,Verona, Ancona, Pesaro, Bari, Sassari, Cagliari, Pescara, L'Aquila, Pisa, Catania, Agrigento) hanno inviato un messaggio di preoccupazione sul Recovery plan al presidente del Consiglio Mario Draghi. «Il nostro timore - si legge nella lettera - è che la filiera della governance istituzionale italiana non sia all’altezza della condivisione e coesione richieste per una scrittura e un’applicazione coerente ed efficace del Pnrr: le Regioni non si confrontano con le Città Metropolitane e ad ogni occasione (spesso fittizia) si distinguono dalle indicazioni del governo nazionale, i Comuni capoluogo che non dialogano fra loro, i piccoli Comuni abbandonati a se stessi (senza risorse né tecniche, né economiche) per la cancellazione di ogni Ente di Area Vasta». Per riannodare la filiera, gli ex primi cittadini chiedono che vi sia una partecipazione dei governi territoriali alla definizione del Pnrr che non si limiti alle sole Regioni, e che per la realizzazione dei progetti derivanti dal Pnrr vengano responsabilizzati i sindaci e non dei commissari inventati allo scopo. A supporto delle loro tesi i 45 hanno chiesto un parere tecnico a due giuristi, i professori Roberto Bin e Alessandro Morelli, anch’esso inviato al presidente del Consiglio, in cui si chiede di definire una procedura straordinaria di semplificazione e controllo tramite una «cabina di regia" nazionale, una struttura tecnica articolata territorialmente, e l'adozione del «modello Genova» per la ricostruzione del ponte Morandi. (ANSA)
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