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CORONAVIRUS
MILANO (23 febbraio 2021) - Per Attilio Fontana, governatore della Lombardia, il governo Draghi è partito con il piede giusto: «Il ministro Garavaglia, appena è stata annunciata la chiusura degli impianti di sci, è venuto qui a parlare con tutti i rappresentanti del turismo. La ministra Gelmini mi è sembrata molto aperta sui problemi che riguardano il nostro territorio», spiega in un’intervista a La Repubblica. Rispetto alla nuova stretta sulle misure anticovid, «non è mai stata mia abitudine entrare nel merito delle scelte di carattere sanitario del governo - commenta -. Che siamo ancora davanti a una situazione seria mi sembra evidente». Ci sono alcuni comportamenti inaccettabili «che ormai abbiamo capito che favoriscono il contagio. È giusto porre dei limiti generalizzati su quei comportamenti. Mentre si devono prendere provvedimenti mirati solo per circoscrivere alcuni focolai particolari». Fontana è d’accordo con Matteo Salvini, che chiede l'apertura serale dei ristoranti: «Non c'è nulla di male se si rispettano le regole e tutte le linee di condotta. Molto meglio quattro persone che cenano al ristorante sedute a un tavolo distanziate, che gli assembramenti che abbiamo visto domenica davanti allo stadio di San Siro o la sera fuori dai bar». La gente «comincia ad essere esasperata. E poi finisce che magari a tavola a casa si trovano in ventiquattro». Meglio dare «un pò di libertà controllata che regole rigide che vengono violate senza che nessuno intervenga». Rispetto alla possibilità di mettere la provincia di Brescia in zona arancione, «la decisione la prenderò quando riceverò la risposta dei tecnici da Roma. Stiamo affrontando una fase nuova. Ed è necessario avere la massima condivisione. Stiamo valutando quale decisione prendere in base all’andamento delle varianti e su dati sostanziali». Nella Regione, con la campagna vaccinale "stiamo procedendo a scartamento ridotto perché avremmo bisogno di più dosi. Comunque continuano a dirci che ad aprile i vaccini arriveranno». Visto che «stanno emergendo delle varianti mi auguro che anche le imprese farmaceutiche lombarde producano il vaccino. Serve che il governo le sostenga». Anche in Lombardia, come in Veneto, per l’acquisto delle dosi «si è fatto vivo un mediatore, ma mi sono comportato come Zaia e ho avvertito Arcuri». (ANSA)
23 Febbraio 2021
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