L'ANALISI
06 Novembre 2020 - 11:01
BERGAMO (6 novembre 2020) - «Alcune centinaia di persone - ristoratori, commercianti e partite iva, insieme a gruppi organizzati di estrema destra, negazionisti e alcuni esponenti della Lega - hanno manifestato ieri sera davanti al Comune di Bergamo per protestare contro le chiusure decise dal governo. Un corteo è poi arrivato sotto casa mia e qui i manifestanti sono rimasti per più di un’ora, sorvegliati dalla polizia, scandendo slogan, con bandiere, striscioni e fumogeni». Lo scrive in un lungo post su Facebook il sindaco di Bergamo. Giorgio Gori «Non voglio esagerare la portata dell’episodio, per quanto non piacevole - scrive -. Riconosco il diritto di chiunque a manifestare e anzi capisco perfettamente la preoccupazione - in alcuni casi la disperazione - di chi vive della propria attività e teme in queste ore che la nuova chiusura possa darle il colpo di grazia. Ho sostenuto la richiesta di ristori immediati da parte del governo e m'impegnerò, come già abbiamo fatto nei mesi scorsi con i contributi erogati dal Programma Rinascimento, perché l’amministrazione comunale sia al fianco di questi lavoratori nei prossimi mesi». «Un sindaco - conclude Gori - non c'entra però nulla con la decisione di indicare come 'rossà una certa area territoriale». Decide il governo e lo fa a tutela della salute delle persone, sulla base di una serie di parametri epidemiologici e del grado di saturazione delle strutture sanitarie (ieri in Lombardia il Covid ha fatto altre 139 vittime).
«Io peraltro, già ieri, ho scritto al ministro Speranza e al presidente Fontana insieme ai sindaci di Brescia, Cremona e Mantova per conoscere questi dati e capire se ci siano le condizioni, previste nel Dpcm, per 'esentarè da alcune misure le province in cui la situazione sia oggettivamente meno grave: vedremo nei prossimi giorni», ha aggiunto Gori. «Un sindaco non c'entra niente ma è facile che alcuni cittadini non lo sappiano e che comunque vedano il sindaco come l'espressione più vicina dello Stato, aldilà delle sue effettive competenze, e che a lui indirizzino il loro malessere e la loro protesta - scrive ancora il primo cittadino bergamasco -. Succede e succederà. In più, rispetto a marzo, c'è in giro più stanchezza e più sfiducia, non si sono visti potenziamenti significativi del sistema sanitario, aiuti e ristori si sovrappongono senza chiare priorità (e comunque lasciano sempre fuori qualcuno, mentre i furbi sgomitano); è più difficile intravedere una prospettiva». «Chi però si è mescolato a quel corteo con il solo scopo di strumentalizzarlo sa bene quali siano le competenze dei diversi livelli istituzionali. In un momento come questo - ha concluso -, con tanta gente angosciata per il proprio futuro, buttare benzina sul fuoco, indicare un bersaglio solo per interesse di parte, è a mio parere grave e piuttosto pericoloso. Perché nessuno può dirsi sicuro di governare quella protesta, una volta che l’ha scatenata. É perciò un invito alla responsabilità, il mio, rivolto alle forze politiche e alle rappresentanze associative che si rendono conto della delicatezza di questo momento, soprattutto per una città ferita come la nostra». (ANSA)
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