L'ANALISI
13 Luglio 2020 - 14:43
ROMA (13 luglio 2020) - Il coronavirus potrebbe lasciare a lungo strascichi sulla salute, con permanenza di alcuni dei sintomi iniziali anche a guarigione avvenuta, soprattutto stanchezza cronica, tanto che si comincia già a parlare di sindrome post-covid. Lo evidenzia anche uno studio italiano pubblicato sulla rivista JAMA. Condotto presso Policlinico Gemelli e Università Cattolica, campus di Roma, lo studio ha coinvolto 143 pazienti e mostra per la maggior parte (87%) la persistenza di almeno un sintomo, soprattutto stanchezza intensa (53,1%) e affanno (43,4%). Il 27,3% lamentava dolore alle articolazioni e uno su 5 dolore toracico. La qualità di vita, valutata con apposite scale, è risultata infine peggiorata in tutti i pazienti. Firmato da Angelo Carfì, Francesco Landi e Roberto Bernabei, lo studio è stato condotto presso il Day Hospital post-Covid della Fondazione Policlinico. È emerso appunto che molti pazienti guariti, anche a distanza di settimane dalla dimissione, continuano a lamentare disturbi; in particolare è l’assoluta mancanza di forze a preoccupare gli ex-pazienti, spiegano gli autori dello studio: sembra un’epidemia di sindrome da stanchezza cronica e nessuno sa dire al momento quanto è destinata a persistere. Data questa situazione, «è importante che tutti i pazienti che hanno avuto Covid-19 e soprattutto quelli colpiti dalle forme più gravi (che hanno richiesto un ricovero in rianimazione o che hanno avuto bisogno di ossigenoterapia), siano sottoposti a controlli multi-organo nel tempo - sottolinea Landi -. Inoltre devono essere valutati attentamente rispetto alla persistenza di alcuni sintomi, perché siamo di fronte a una malattia nuova, sconosciuta ed è quindi importante cercare di individuare gli eventuali danni a breve o a lungo termine», conclude.
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