L'ANALISI
19 Maggio 2020 - 09:58
MILANO (19 maggio 2020) - Sepolto nel campo dei «senza famiglia» del cimitero Maggiore di Milano. Un preside in pensione, deceduto il 23 marzo, una famiglia, e anche numerosa, invece ce l’aveva: due figlie, tre sorelle e numerosi nipoti. La spiegazione dell’errore, racconta Il Corriere della Sera è probabilmente in una telefonata di quattro giorni dopo la morte, il 27 marzo, a una delle figlie di una dottoressa del Fatebenefratelli, dove l’uomo era ricoverato. «Buongiorno - ricostruisce il quotidiano - purtroppo devo informarla che sua madre è deceduta». «Ma come?»; ha risposto la donna «Mia madre è morta anni fa. È mio padre che è deceduto. Mi avete già avvertito lunedì sera». «Ah, mi dispiace tanto. Mi scusi per l’errore. È che qui non sappiamo più dove mettere i morti». La fatica del medico, l’aumento dei morti negli ospedali potrebbero essere la causa del disguido, uniti al fatto che la famiglia non poteva muoversi per il lockdown. Il 16 marzo, il Comune aveva modificato la disciplina delle sepolture. L’ordinanza firmata dal sindaco stabilisce che si debba individuare un campo al cimitero Maggiore «per l'inumazione dei defunti, per i quali i familiari dolenti non forniscano indicazioni sulle modalità dei servizi funebri da effettuare». Prima il termine era di 30 giorni, ma poiché a Milano iniziavano ad accumularsi le salme dei morti di Covid-19 l'intervallo era stato accorciato a cinque. Altro equivoco è dovuto al fatto che, sempre nella telefonata del 27 marzo, ai famigliari fu detto di rivolgersi o alle pompe funebri o al Comune. La famiglia ha inteso che sarebbe stato uguale e così il professore è finito nella lista dei deceduti ai quali le famiglie sono «disinteressate». Ed è quindi stato sepolto al Campo 87 nella tarda mattinata del 4 aprile, dodici giorni dopo la morte. Potrà essere riesumato tra due anni, ancora a spese del Comune, e a quel punto collocato dove vuole la famiglia.
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