L'ANALISI
12 Maggio 2020 - 15:03
L’attuale disciplina sullo smart working che prescinde dagli accordi individuali ed ha consentito durante il lockdown a moltissimi lavoratori di lavorare da casa scade il 17 maggio. Lo ricorda la Confindustria in una audizione al Senato sulle ricadute occupazionali dell’emergenza da Covid 19 sottolineando che «se tale disposizione non fosse prorogata, le imprese che hanno posto in essere lo smart working sulla base di tale disciplina si troverebbero, d’un tratto, a dover applicare integralmente le norme dettate dalla legge n. 81/2017, che invece comportano la definizione di accordi individuali. Pertanto - si legge nel documento presentato - ove la scelta del legislatore fosse nel senso di voler ripristinare la disciplina di legge «generale», una proroga dell’attuale disciplina del DPCM si imporrebbe comunque, anche soltanto per dare il tempo alle imprese di definire gli accordi individuali con i lavoratori"-
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