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EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus: Sala, Lombardia passa da terrore a liberi tutti

Il sindaco di Milano: "Ma chi l’ha deciso, la Regione o Salvini? Un po' di equilibrio"

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

16 Aprile 2020 - 09:39

Coronavirus: Sala, Lombardia passa da terrore a liberi tutti

MILANO (16 aprile 2020) - «La ripartenza il 4 maggio in Lombardia l’ha decisa la Regione o Salvini? Stanno passando dal terrore sul numero dei contagi di due giorni fa al liberi tutti. Un pò più di equilibrio non guasterebbe». Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala in un’intervista a la Repubblica, in cui fa presente di non essere contrario «a rimettere in moto l'economia» ma bisogna che siano «fornite le garanzie adeguate per chi andrà a lavorare. Quello delle 4D è uno slogan senza contenuto» (le 4 D proposte dalla Regione sono distanza, dispositivi e mascherine, digitalizzazione e diagnosi). «Tutti - osserva Sala - abbiamo continuato a dire che la salute è la prima cosa. Qualche settimana fa c'erano da sostenere le ragioni della chiusura e ci dicevano di guardare all’Oms, faranno così anche adesso?». Per tornare al lavoro in sicurezza, occorre fare i test di immunità e «purtroppo in Lombardia siamo indietrissimo. Siccome a Milano non si fanno, ho rotto gli indugi e mi sono accordato con il Sacco per farli in autonomia, cominciamo con i 4mila del personale Atm che lavorano nei trasporti, poi vediamo».

Su Milano: «Ogni giorno nei bollettini non siamo messi bene ma quali dati ci vengono forniti? Non è mai stato fatto un campione rappresentativo della popolazione da analizzare per definire qual è il reale trend di contagio. Si passa da 3mila a 8mila tamponi al giorno nell’intera regione, una confusione tremenda. Su Codogno la Regione si è trovata in una situazione difficilissima da gestire però mi sembra che ora stiano tirando avanti alla giornata. La gestione sanitaria in Veneto ed Emilia Romagna è stata diversa. Non lo dicono solo i numeri, purtroppo drammatici, dei decessi in Lombardia, ma anche quelli su mascherine, tamponi, test sierologici per la popolazione».

Poi, a proposito della vicenda del Pio Albergo Trivulzio, è «arrivata la magistratura, ci sono le inchieste, noi abbiamo nominato Gherardo Colombo nel comitato di indagine. Tutti vogliamo vederci chiaro, il direttore del Pat farebbe bene a trarre le conclusioni». E cioè, «se sei responsabile di una struttura che viene contestata così da medici, infermieri e famiglie, con accuse tremende, dimostrare di non essere attaccato alla sedia dovrebbe essere il minimo».

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Commenti all'articolo

  • Aletti.renzo

    16 Aprile 2020 - 14:54

    A parte che è una proposta, da vedere al momento,Lei ha ritadato nel comprendere l'evoluzione del virus proponendo gli aperitivi a 30 km dalla zona rossa già esistente , ora per favore cerchiamo di collaborare e NON FARE POLEMICHE come ogni 3×2 stanno ribadendo i suoi COMPAGNI. Oppure avete solo voi la licenza di FARE POLEMICHE?

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  • stradivari

    16 Aprile 2020 - 09:51

    Parla quello degli aperitivi ai Navigli...

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