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EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus: Max Mara si ferma, cassa integrazione per 2.000

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

28 Marzo 2020 - 10:10

Max Mara Fashion Group opta per lo stop totale, chiudendo anche l’online, dove non è più possibile fare acquisti, e inoltra domanda di cassa integrazione ordinaria per i circa duemila dipendenti che lavorano nelle sedi reggiane del gruppo. La decisione - spiega la Gazzetta di Reggio - è stata comunicata alla clientela via mail, mentre sul sito il gruppo ha spiegato che non è più possibile acquistare sul web perché sono sospese anche le spedizioni. La direttiva del governo (per un comparto, quello del settore moda, considerato non essenziale e tenuto ad ultimare le attività, inclusa la spedizione della merce in giacenza, entro il 28 marzo) e una collezione primaverile largamente compromessa (i capi erano appena arrivati nei negozi) hanno di fatto azzerato l’attività del marchio di moda sinonimo di Reggio Emilia nel mondo. «Tutto il mondo Max Mara si ferma - dice Gregorio Villirillo della Filtea-Cgil - I negozi avevano già chiuso, come da decreto ministeriale dell’11 marzo. Dopo la stretta del 22 marzo la proprietà ha inoltrato la richiesta di Cigo per alcune aziende del gruppo, tutte quelle reggiane: Imax Srl (il maglificio a Mancasale), Manifatture San Maurizio, Manifatture del Nord, Marina Rinaldi, Marella. Non abbiamo una esatta stima di quante siano le persone coinvolte, ma si tratta di almeno duemila dipendenti solo nel Reggiano, a parte quelli per i quali è praticabile lo smart working. I numeri li avremo la prossima settimana quando si saprà quanti saranno gli addetti in cassa. È importante questa assunzione di responsabilità da parte dell’ azienda e corretto il ricorso agli ammortizzatori sociali».

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