L'ANALISI
17 Settembre 2019 - 12:20
Sui ragazzi, individuati e condotti in un centro di prima accoglienza presso il Tribunale per i minorenni di Messina, pesano accuse molto serie: rapina aggravata, tentato omicidio e violenza sessuale. E per contorno anche possesso di oggetti «atti a offendere». A lanciare l'allarme è stata la figlia della vittima che ha chiamato la centrale operativa della Questura per segnalare che la madre era stata presumibilmente aggredita a casa. In effetti l’anziana signora aveva aperto la porta ai due ragazzi senza alcun problema, conoscendo uno dei due come amico del nipote. Ma, una volta varcata la soglia, i due hanno cominciato a rovistare nei cassetti alla ricerca di denaro e di oggetti preziosi. Quelli che poi la polizia ha recuperato insieme con un coltello che però non è stato usato. Non ce n'era bisogno per la fragilità della vittima che comunque ha cercato di resistere con tutte le sue forze e per questo è stata violentemente aggredita, scaraventata a terra e abusata. I poliziotti l’hanno trovata piena di lividi e di sangue. Sarebbe stata lei stessa a indirizzare i poliziotti verso i due aggressori che sono stati subito dopo rintracciati con gli abiti ancora intrisi di sangue.
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