L'ANALISI
13 Settembre 2019 - 11:39
La Guardia di Finanza di Brescia ha scoperto una maxi frode fiscale nel settore del commercio dei metalli, che ha visto coinvolte, a vario titolo, 29 persone, 26 società con sede in Italia, nelle province di Brescia, Milano, Biella e Napoli, e in Ungheria, e 7 ditte individuali bresciane. Tre persone sono state arrestato su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Brescia. Dalle indagini è emersa un’evasione fiscale stimata in circa 16 milioni di euro. Gli artefici della presunta frode grazie ad un giro di fatture false complessivamente quantificato in oltre 140 milioni di euro, da un lato, hanno mascherato l’acquisto «in nero», a prezzi molto più convenienti rispetto a quelli di mercato, di beni successivamente reimmessi nel circuito con margini di guadagno nettamente superiori alla media e dall’altro, hanno evaso imposte per milioni di euro.
I finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Brescia hanno concentrato l’attenzione su un giro di contante prelevato in Ungheria, con cadenza periodica, a seguito di bonifici disposti dall’Italia. Le successive indagini, anche attraverso appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche, hanno portato quasi subito a sequestrare, al confine italo-sloveno, oltre 400 mila euro in contanti nascosti in un’auto. Un secondo, analogo sequestro è stato eseguito successivamente, quando la GdF di Desenzano del Garda (Brescia) ha controllato due persone vicino a Lonato del Garda trovandole in possesso di oltre 78 mila euro in contanti. Con i tre arresti è stato disposto il sequestro, fino a 5 milioni di euro, delle disponibilità giacenti sui conti correnti di otto delle aziende coinvolte.
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