L'ANALISI
‘SCRIVETE LE VOSTRE PAROLE D’AMORE’
28 Gennaio 2015 - 13:59
Vivi nel mio sogno. E’ stato in passato niente è cambiato. Nell’aria c’è ancora profumo di te.
Marco Fiorentini (San Felice, Cremona)
Inseguendo una farfalla sul prato un giorno che avevo rotto col passato ti ho visto e sono caduto. Chissà che sarà di noi. Lo scopriremo solo vivendo.
Marco Fiorentini (San Felice, Cremona)
Amare poco o amare tanto? Amare a lungo o amare per poco tempo? Ama senza calcoli e sarai amato.
Alberto Mannini (Cremona)
PICCOLE PAROLE
Ci vuole così poco a farsi volere bene. Una parola buona detta quando conviene, un pò di gentilezza, una sola carezza, un semplice sorriso che ti baciano il viso. Il cuore sempre aperto per ognuno che viene. Ci vuole così poco a farsi voler bene.
Maria Passeri (Cremona)
Ci sono tanti modi per descrivere l’amore, ma l’unico è ascoltare in silenzio il tuo cuore. Lui ti suggerirà le parole d’amore. Ho asciugato le tue lacrime, ho piegato il fazzoletto e stringendolo forte al petto ho sussurrato scaldati mio cuore, queste sono lacrime d’amore.
Germana Oneta (Cremona)
LA PIOGGIA
La goccia cade sulla foglia che si muove lentamente, dolcemente, e il mio pensiero va a te mio dolce amore, anzi, mio perduto amore. Ci siamo lasciati così, lentamente, come la pioggia che cade sulla foglia e dolcemente scivola via, lontano.
Anonimo
PER IL MIO AMORE
I tuoi occhi, i tuoi capelli, le tue mani, tutto mi parla di te il tuo viso riflesso nel buio mi acceca, ecco perchè fingo di non vederti. Cerco di non incrociare il tuo sguardo solo per avere la possibilità di guardarti ma senza essere notata, credimi sei la cosa più bella che abbia mai visto, vorrei averti incontrato prima, porto il tuo viso dentro di me sempre anche quando sono lontana!
Rosa Spoldi (Bagnolo Cremasco)
L’amore è magia, chi non è romantico non sa neppure cosa sia ma il suo cuore lo percepisce e tutto questo lo addolcisce e comincerà ad assaporare cosa vuol dire amare. Il pianto di un bambino chiede amore, la tristezza su di un viso chiede amore, un grande dolore chiede amore, ma tu che l’hai tutto questo amore? Se così non fosse attingi ai cuoi di S. Valentino poi distribuiscine a tutti un pochino, ne terrai un pò per te per sentirtelo ancora vicino si è dileguato in un cielo stellato e il tuo cuore si è svuotato ma non l’hai dimenticato distribuendo l’amore di S. Valentino lo sentirai ancora vicino
UNA VITA D’AMORE
Mentre un ceppo nel cammino sta scoppiettando, la nonna visibilmente emozionata sta raccontando è emozionata perchè questa storia non l’ha mai dimenticata. Era il lontano 1933 quando nascevano tutti e tre due gemelli e un cuginetto, il trio perfetto. C’era povertà a quei tempo ma tanto amore nei sentimenti. Crescevano i gemellini, giorno dopo giorno erano sempre più carini, lei poi si era fatta una bella ragazzina sino al giorno che sbocciò in una signorina, era corteggiata, intelligente e stimata, guardava con insistenza l’ufficio di quella vetrata, lì c’era un impiegato che vi lavorava tutta la giornata, lo guardava e sospirava. Ma il destino le venne incontro, si incontrarono al tramonto, lei era in bicicletta, lui andava di fretta e per un movimento sbagliato lei cadde sul selciato, l’aiutò a rialzarsi e da quel giorno non smisero mai di incontrarsi. Nacqua un grande amore, il loro fidanzamento fu più veloce del vento, arrivò il grande giorno, non c’era molta gente intorno perchè le loro finanze lasciavano a desiderare, ma loro si amavano tanto e si volevano sposare. Il loro fu un grande, grandissimo amore. Non nacquero bambini anche se li desideravano dal più profondo del cuore, poi l’età cominciò ad avanzare e gli acciacchi costrinsero lui a doversi per sempre fermare. Non poteva più accendersi una sigaretta ma lei era sempre lì ad ogni suo bisogno correva in fretta. Lo spingeva in carrozzina sia la sera che la mattina, le asciugava le lacrime che a volte gli scendevano dal viso e lui la ricompensava con un sorriso. Nonostante queste avversità si amavano e si ripetevano in continuazione solo la morte ci dividerà. Ma la malattia la colse inaspettata e anch’essa in una casa di riposo passò la sua giornata sempre però con lui accanto, mai un lamento, mai un rimpianto, guardava quel viso che aveva tanto amato e le rughe che lo avevano solcato, l’a ccare zzava e non si sa cosa gli sussurrava. Lui non poteva parlare ma se avesse potuto farlo gli avrebbe detto tu sei l’unica che io potevo amare così tanto e sono felice perchè mi sei accanto. Io li andavo sempre a trovare e so che facevo piacere con loro parlare della nostra gioventù che non c’e ra più. Mi facevano tanta tenerezza li salutavo con un bacio e una carezza, i loro occhi erano velati di una dolce tristezza. Poi un giorno la triste notizia arrivò inaspettata e arrivò al mio cuore come una pugnalata. Li avevano trovati addormentati di un sonno che non si sarebbero più svegliati. Avevano la mano nella mano, le stesse mani che si stringevano percorrendo il loro lungo cammino sempre vicino con tanto amore che non era mai immutato anche se tanto tempo era passato. Anch’io ho sempre ricordato e volgendo lo sguardo lassù dicevo a me stessa, ci sono due stelle in più i loro nomi erano Francesco e Marisa
Germana Oneta (Cremona)
LE OMBRE
Le ombre s’intrecciavano quella sera quando le donne spanocchiavano e sotto un cielo di luna piena canticchiavano per non addormentarsi sul mucchio di foglie secche appena tolte dalle pannocchie. I bambini dormivano su quel letto tenero e ancora caldo sognavano; sotto quel cielo incantato io bambina con occhio aperto guardavo i fidanzati che spanocchiavano e si baciavano e sognavo ad occhi aperti il futuro che a me sarebbe stato riservato dal destino. Oggi posso dire che quel che ho sognato si è avverato in un matrimonio d’amore sconfinato che dura ormai da quarantacinque anni; tanto tempo è passato si... ma quell’amore è rimasto come quando l’ave vo sognato sotto un cielo stellato!
Francesca (Cremona)
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