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CREMONA: RIPARTE L'UNIVERSITA'

Massimo Recalcati a Musicologia: «I maestri ci salveranno»

Lo psicanalista ha inaugurato a palazzo Raimondi l’anno accademico 2022/2023

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

22 Settembre 2022 - 12:23

Massimo Recalcati a Musicologia: «I maestri ci salveranno»

CREMONA - «Sono stato bocciato in seconda elementare. Ero considerato un po’ lento e mi hanno mandato alle scuole differenziate. Nato prematuro, evidentemente avevo perso il vantaggio iniziale. Anch’io ero un po’ un idiota, così mi vedevano gli altri. Forse anche per questo faccio lo psicanalista, che è una persona che chiede spesso ai propri pazienti di ripetere quello che dicono, quasi faticasse a capire, ma così la narrazione si fa più consapevole per me e per il paziente». Lo psicanalista Massimo Recalcati ha intrecciato aneddoti personali e riflessioni sul ruolo della formazione, ieri pomeriggio, nel cortile di palazzo Raimondi nella lectio magistralis che ha ufficialmente inaugurato l’anno accademico 2022/2023 del Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dell’ateneo di Pavia.

Lo psicanalista (a destra) accolto dal direttore del Dipartimento di Musicologia e Beni culturali Claudio Vela e dal docente di filosofia teoretica Luca Bagetto

«È bello vedervi qui, in così tanti per un appuntamento che ci auguriamo possa diventare una tradizione per il nostro dipartimento e per la città — ha esordito Claudio Vela, direttore di Musicologia e Beni Culturali —. L’anno scorso tenne la sua lectio il collega Gastone Breccia e oggi l’appuntamento si rinnova con Recalcati». A presentare il relatore, studioso di Lacan e autore di atti di coraggio ermeneutico come mettere in relazioni scritture bibliche e psicoanalisi, è stato Luca Bagetto, docente di Filosofia Teoretica. Vestito di scuro, barba curata ma apparentemente incolta, occhiali con montatura scura, Recalcati si è portato via l’intera platea, ha condotto i numerosi presenti a interrogarsi su formazione, paura di non farcela e sul saggio di Jean Paul Sartre, «L’idiota di famiglia», dedicato a Gustave Flaubert, considerato un ritardato dai suoi genitori. «È la seconda volta che vengo a Cremona, la prima è stata da turista, ne serbo un ricordo bellissimo che voglio rinverdire — ha esordito —. Siamo all’apertura dell’anno accademico e allora parlare di formazione vuol dire capire come dare forma ai nostri allievi. A darci forma sono gli incontri, gli incontri buoni come quelli cattivi. Noi siamo fatti dagli incontri che facciamo, quelli buoni ci aprono al mondo, quelli cattivi ci chiudono, spesso come i traumi».

Palazzo Raimondi durante la lectio magistralis di Massimo Recalcati che ieri ha inaugurato l’anno accademico del Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dell’Ateneo di Pavia


In 45 minuti serrati di argomentazioni - fra astrazioni e aneddoti presi dai racconti di alcuni suoi pazienti e da esperienze personali - Recalcati ha letteralmente stregato la platea facendo piombare il cortile di palazzo Raimondi in un silenzio assoluto di tensione d’ascolto. Nell’argomentare di Recalcati l’adorato Lacan ha fatto da sottotraccia al discorso che chiama in causa l’incontro con i maestri, l’attenzione alla parola, una parola che fa luce e illumina e non si piega alla comunicazione strumentale. «Chi sono i buoni maestri — si è chiesto il relatore —, sono coloro che si offrono ai loro allievi nella loro fragilità, che sanno accendere il desiderio di sapere negli allievi che hanno davanti. Se io sto in aula e vorrei essere altrove non sono un buon insegnante. Nell’ora in cui insegno sono tutto nell’ora». Ma anche nell’essere considerati idioti ci può essere un piccolo scarto che permette — accadde a Flaubert — di torcere il ritardo, la mancanza in genio, in qualcosa che crea, in una nuova luce.

«Al primo anno di università mi ritrovai a frequentare le lezioni di filosofia di Mario Dal Pra che invitava le matricole a non seguire il suo corso — racconta —. Ne fui colpito, accolsi la sfida, io che venivo dell’istituto di floricoltura a Quarto Oggiaro e potevo seguire un solo giorno la settimana, perché poi lavoravo nelle serre di mio padre. Ma ciò che mi colpì fu non solo la capacità di Dal Pra di illuminare i testi difficili della filosofia di Hegel, ma anche di dire che in quel determinato passo non si capiva cosa il filosofo volesse dire». L’infallibilità non è dei maestri, fa intuire lo psicanalista: «Il vero maestro è colui che sa formare i suoi studenti, sa dargli gli strumenti e ad un certo punto chiede loro di trovare una loro strada. E questo accade laddove chi insegna sa accendere il desiderio di sapere nei suoi allievi, sa fare luce con le sue parole, offrendo e porgendo parole che sanno costruire mondo, che aprono a mondi nuovi». Esattamente come ha fatto ieri Recalcati a palazzo Raimondi, e la sera al Filo, presentando il volume della teologa cremonese Isabella Guanzini, «La filosofia della gioia».

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