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SORESINA: LE TRADIZIONI

Palio, le targhe in marmo dei quattro Rioni apposte al confine dei quartieri

Ospitate su case private, rendono giustizia al folklore popolare del paese dando concretezza a una distinzione finora conosciuta solo nelle sagre e sui libri

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

18 Settembre 2022 - 13:16

Palio, le targhe in marmo dei quattro Rioni apposte al confine dei quartieri

SORESINA - Divisi, più per costume e goliardia, nel loro Palio che si spera torni al più presto ma uniti, ieri più che mai, nel celebrare la storia di Soresina e dimostrare che le tradizioni possono essere il futuro. Ieri i quattro Rioni della città, La Madonnina, il San Francesco, il Santa Croce e il San Rocco hanno ricevuto la loro prima «istituzionalizzazione». Il merito è dei Bersaglieri soresinesi che hanno fatto realizzare delle targhe in marmo da apporre al confine dei quartieri. Ospitate su case private, rendono giustizia al folklore popolare del paese dando concretezza a una distinzione finora conosciuta solo nelle sagre e sui libri.

«Siamo molto soddisfatti della risposta da parte della popolazione. L’applauso finale, ininterrotto per due minuti, ci ripaga dell’impegno e degli sforzi – spiega il segretario bersagliere Flavio Zanenga –. Pensiamo di aver dato finalmente un’identità riconoscibile ai Rioni. L’idea è che oggi anche un forestiero possa riconoscerli. E se non lo fa e vuole informarsi, leggendo queste targhe e poi chiedendo agli abitanti del rione, meglio ancora. Teniamo vive le tradizioni».

Una vera e propria festa di popolo, anzi di popoli, quella di sabato sera. Sì perché in piazza, nel weekend della tradizione, non c’erano i soresinesi. O, meglio, ce n'erano tanti e di diversi. In alto gli araldi, ognuno col suo alfiere seguito dalla «brigata», per i Singhen che abitano alla Madonnina, per gli Ernani che sono cresciuti e nasceranno nelle case del San Francesco, per i Miliunari che difendono i colori della Santa Croce come i Fidelen per il loro amato San Rocco. «Ci hanno aspettato, ciascuno col rappresentante rionale in testa, pronti a scoprire il tricolore all’angolo del quartiere – raccontano entusiasti i bersaglieri che s’aspettavano sì dell’interesse, ma non così tanto affetto –. Momenti magici e di grande partecipazione in ogni rione, con la gente del posto che usciva di casa e osservava entusiasta il coronamento di una vecchia tradizione. Siamo molto contenti di com’è andata».

La lunga marcia della Triboldi di Cremona, compagine protagonista dell’evento, è cominciata alla Madonnina alle 20.30, poi a ritmo di tromba si è corsi per San Francesco, Santa Croce e San Rocco in coda. Grande emozione quando all’improvviso, imboccato l’ultimo tratto della via Genala, i bersaglieri del Torrazzo hanno improvvisato il loro grande e atteso classico, partendo in quarta con la mitica fanfara. A coronare l’evento, sotto i riflettori di una piazza Garibaldi gremita come non mai, il concerto finale. In prima fila i portavessilli del rione, dietro chi tra coccarde e magliette a tema, tutti gli abitanti orgogliosi dell’emblema. In mezzo a loro, con altrettanti labari, anche le associazioni della città e soprattutto i bersaglieri delle vicine realtà di tutto il Cremonese.

I Rioni di Soresina, insomma, continuano a essere tali ma da oggi, una volta di più, sono quartieri. La ciliegina sulla torta non sul finale ma all’origine del grande progetto: ai soresinesi, di qualunque rione fossero, l’operazione e la festa non sono costate un euro. La sezione locale dei bersaglieri ha coperto ogni spesa, dalle targhe, opera dell’artigiano soresinese Paolo Zangani dell’Ottoboni Marmi, alla logistica.

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